Hide

Hell Is Here

2019 (Dais)
industrial

Un breve teatro dell'assurdo che non demolisce tutto, ma gioca con le macerie che trova attorno a sé. Amante del caos meccanico, un erotismo post-industriale tra campionamenti e synth martellanti che accompagna pedissiquamente la voce latrante di Heather Gabel. Sembra di essere sull'orlo di una miniera di carbone da cui sentiamo avvicinarsi a onde i lamenti di una società consumata.

Uno stereotipo apocalittico, un cliché? No.
Rispetto a molti progetti suoi contemporanei, quello degli Hide (Heather Gabel e Seth Sher) ha da sempre seguito un'analisi sociale e politica penetrante, cara alle origini di questo non-genere musicale. Un situazionismo violento che difficilmente ci lascia indifferenti. Il loro primo Ep datato 2016, "Black Flame", era una dedica catramosa a Reyhana Jabbari, ragazza iraniana giustiziata per aver ucciso il suo stupratore. Il successivo primo Lp "Castration Anxiety" del 2017 fu una disamina del potere patriarcale, radice tossica della società. Questo "Hell Is Here" continua questo percorso intriso di violenza, parole, simboli e storie frammentarie, specchi taglienti di una realtà misogina, isolatrice, che trasforma e gestisce il corpo femminile in un oggetto da possedere/da poter rompere.

Parlare strettamente delle tracce sarebbe svilire un discorso così complesso, stuprarlo.
I beat martellanti, le percussioni psicotiche di Seth fanno da contraltare a una voce malata e furiosa. Una sommossa ritmica che incute rispetto e affascina per la forza di rispecchiare la malattia sociale a cui siamo assuefatti.

Become the pawn. Become the prey. Become the victim. Become the same Self Self Self Destruct (SSSD)

01/03/2020

Tracklist

  1. Chainsaw
  2. 999
  3. SSSD
  4. Everyone's Dead
  5. Hell
  6. Respite
  7. 1/2 Trash
  8. Grief
  9. Pain
  10. Raw Dream