Itasca

Spring

2019 (Paradise Of Bachelors)
folk

Credo che un titolo più idoneo per il nuovo album di Kayla Cohen sarebbe potuto essere “Carpe Diem”. Sì, perché “Spring” è un progetto che insegue la chimera di trasformare un luogo in una suggestione musicale autonoma e densa, dal fascino istantaneo, fugace. Non è agevole catturare quella magia che mette in disordine i nostri sensi quando osserviamo posti e realtà diverse, soprattutto se si sceglie un linguaggio sobrio e delicato come quello di una voce e di una chitarra acustica. Al trasferimento dell’autrice da Los Angeles al New Mexico è corrisposta una ristrutturazione della sensibilità artistica che ne ha ravvivato e modificato la poetica.

I dieci brani sono come altrettante fotografie in bianco e nero, poco sgargianti, eppure perfette per raccontare di paesaggi deserti in cui rovine e fragilità umane si alternano come in un foto-frame alterato dall’esposizione alla luce.
Nel voler raccontare di ombre più che di luci, Itasca rinuncia alla soavità del fingerpicking per un flavour acustico quasi ordinario eppur struggente.
“Spring” è un omaggio a quegli artisti che hanno catturato con un quadro (la pittrice Georgia O’Keeffe) o con una canzone (il musicista Terry Allen) la spiritualità più profonda di quelle zone rurali del New Mexico che Kayla Cohen ha scelto come antidoto alla confusione politica e sociale americana.

Registrato con la complicità di membri di Gun Outfit, Sun Araw, Chris Cohen e James Elkington su alcuni nastri magnetici e con un Tascam 388, l’album è stato poi completato a Los Angeles con l’ausilio di  Greg Hartunian, Daniel Swire e Marc Riordan, e con il prezioso intervento della pedal steel di Dave McPeters e degli archi di Jean Cook.
Bastano le note dell’iniziale “Lily” per capire che siamo di fronte a un album diverso e meno articolato di “Open To Chance”: “Spring” è più un diario di viaggio che un romanzo, ed è più il non detto quel che dà un senso alle dieci canzoni.
E’ dunque solo cronaca il fatto che “Bess's Dance” profumi di jazz, o che i gentili accordi di “Blue Spring” e “Golden Fields” siano frutto di meditazioni a base di allucinogeni naturali; quel che è importante sottolineare è la non sempre facile empatia della musica di Itasca. E’ infatti per pochi il fascino alla Robbie Basho di “Voice Of The Beloved” e il luccichio degli accordi di “Cornsilk”, ed è effimero il più ricco substrato strumentale di “A's Lament”.

Il nuovo album della musicista americana è privo di quell’attimo fuggente che dia un senso compiuto al tutto. Una scelta creativa ricca di onestà e sincerità che non farà acquisire nuovi fan, ma non deluderà chi già ha apprezzato Kayla Cohen.

29/11/2019

Tracklist

  1. Lily    
  2. Only A Traveler    
  3. Bess's Dance    
  4. Comfort's Faces    
  5. Voice Of The Beloved    
  6. Blue Spring    
  7. Cornsilk    
  8. Plains    
  9. Golden Fields    
  10. A's Lament




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