Julia Jacklin

Crushing

2019 (Liberation)
alt-folk-rock

Appena finito di celebrare il ritorno in grande stile della vicina, neozelandese Hollie Fulbrook, ecco arrivare sulla scena il secondo disco di un’artista forse più in vista, ossia l'australiana Julia Jacklin, grazie al suo stile più affine ai grandi nomi del cantautorato contemporaneo, soprattutto al femminile (Sharon Van Etten, Angel Olsen).

Più brioso e accattivante dell’esordio (il power-pop Barnett-iano di “Pressure To Party”), “Crushing” rimane un prodotto che dà l’impressione di una costruzione fin troppo consapevole, a partire dalle invettive, pur simpatiche e di buone intuizioni melodiche, di “Head Alone”. Che si intenda la musica più come compito che come espressione, è evidente dalla doppietta iniziale, appunto, inaugurata dal noioso, didascalico alt-country di “Body”.

Interpretazioni e arrangiamenti risultano tanto insistiti quanto convenzionali (“Don’t Know How To Keep Loving You”), ma è una scrittura fin troppo accondiscendente nei confronti dell’ascoltatore a essere il vero punto debole di un disco solo apparentemente perfetto. L’orchestrazione dei “momenti” che regna sovrana in “Crushing”, dal lento al pianoforte di “When The Family Flies In” allo storytelling sornione, alla Andy Shauf, di “Turn Me Down”, diventa in fin dei conti più uno strumento di stucchevolezza, che di coinvolgimento.

06/03/2019

Tracklist

  1. Body
  2. Head Alone
  3. Pressure To Party
  4. Don’t Know How To Keep Loving You
  5. When The Family Flies In
  6. Convention
  7. Good Guy
  8. You Were Right
  9. Turn Me Down
  10. Comfort

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