"Piccole Armi/Grandi Imprese" è uno di quei dischi su cui soffermarsi, ascolto dopo ascolto, per apprezzarlo appieno.
Luca Di Maio, dopo il decennale progetto Insula Dulcamara, la composizione di colonne sonore e il riscontro positivo ottenuto dal primo disco a proprio nome ("Letiana" del 2016), giunge al secondo atto solista: undici piccole armi musicali autoprodotte - con l'aiuto alla registrazione e mixaggio di Alessandro “Asso” Stefana, attivo con
Guano Padano e
Vinicio Capossela e all'estero con
PJ Harvey - nelle quali è possibile apprezzare l'ampiezza e profondità dello spettro compositivo dell'autore partenopeo (ma romano d'adozione).
Il viaggio prende forma con la suggestiva fotografia scattata dal nonno durante la Guerra D'Etiopia e qui utilizzata come copertina dell'album. "La Madre, Il Muro, La Piazza" è l'ottimo inizio: un incedere di pianoforte, percussioni e suoni sintetizzati pronti a soccombere all'arrivo del possente giro di chitarra, palesando fin da subito l'ecletticità dell'opera. Senza aver tempo di rifiatare, ecco "Dove sei?" dal trascinante respiro
world: che sia Africa o Oriente non conta, l'importante è continuare il cammino.
I testi intrecciano momenti reali a scenari immaginifici, spesso fiabeschi, come "La fragola nella pancia dell’orso" e "Quand’ero felice", quest'ultima impreziosita dal tocco soffuso di voce di Serena Altavilla (
Blue Willa e
Calibro 35), illustre ospite insieme a Pietro Santangelo nella torva "Per farti un dispetto".
Passato uno dei momenti più cantautoriali "classici" di "Piccole armi/Grandi imprese" - "Orecchie d'asino" - arriva l'
intro elettronica della sentita
title track. Il viaggio prosegue: la bellissima "Sant’Eurosia degli Alberi" santifica l'importanza della Natura compagna di percorso, e "La casa nel mare" è la giusta conclusione del percorso (a cui segue "Chi ha fatto cosa", gentile citazione in musica dei
credits del disco).
"Piccole armi/Grandi imprese" è un'opera varia ma coesa, trascinata dalla voce e dalle parole di Luca Di Maio, tra sperimentazione, folk, elettronica e world music. Sembra impossibile combinare questi elementi, invece...
05/03/2019