Massimo Volume

Il nuotatore

2019 (42)
post-rock, songwriter

Scusami amore, ma lo sai,
non sono io
l’uomo che studia la strada
prima di mettersi in cammino
(da “Una voce a Orlando”)

L’autorevolezza dei più grandi, il timore reverenziale nell’incrociarne gli sguardi, l’accettazione rispettosa dei loro periodi di assenza, la pazienza nell’attenderne il ritorno, perché sai che poi, alla fine, avranno sempre preziose storie da raccontare, per aiutarci a comprendere meglio un altro pezzettino di vita. Quelle narrazioni, personali e al contempo comuni, universali. E poi la calma, certosina, il centellinare con fare da artigiano, il parlare soltanto quando ce n’è davvero bisogno, magari da attori non protagonisti. Sì, perché se si osserva il video della strage del 2016 in Florida, il punto di vista non è quello dell’eroe, bensì di colui che ammira il poliziotto fornire col proprio corpo protezione agli indifesi, scortandoli davanti al fuoco del vile terrorista. La voce narrante di “Una voce a Orlando” non ne avrebbe il coraggio, anzi, giustifica a sé stesso la ritrosia nell’affrontare a viso aperto le circostanze, la medesima presente nella sinuosa “Amica prudenza” e nella conclusiva “Vedremo domani”. Temi che si incrociano e ritornano, nella prima apparizione dei Massimo Volume come trio, il terzo disco della loro seconda vita. Non una band, bensì un piccolo miracolo che si ripete. Un’istituzione.

Se c’è un ricordo d’infanzia, non è legato a momenti di tenera spensieratezza, ma a rammentare la vicenda di quello zio che perse tutto al gioco, tutto, anche “La ditta di acqua minerale” che una volta possedeva e nella quale si ritrovò degradato a semplice impiegato, condannato per sempre a guardare le carte da spettatore. Oppure alla mamma che chiede al figlio di vestirsi per bene, con massima cura per gli indumenti intimi, perché se per disgrazia si finisce in ospedale non si fa brutta figura, e da qui parte un parallelo con il Generale spagnolo Josè Sanjurjo, caduto in mare nel 1936 con l'aereo che lo stava conducendo ad assumere l'incarico di Capo dello Stato.
Le chitarre post-rock di Egle, il drumming giocato su tom e rullante di Vittoria, la nostra Maureen Tucker, il basso corposo e l’emozionante declamato di Mimì, sempre vivido e centrato, magari senza gli slanci rabbiosi di un tempo ma rafforzato dall'acquisita maturità, dalla consapevolezza dell’autore di spessore: “Il nuotatore” non possiede i vertici emozionali di “Cattive abitudini”, ma ha una qualità media elevatissima, e rinuncia all’elettronica sperimentata in “Aspettando i barbari”: tutto quello che si ascolta sono chitarre.

Post-rock e letteratura, citazioni di John Cheever, di recente omaggiato anche da Matt Berninger in “Carin At The Liquor Store”, l’immagine così onirica de “Il nuotatore”, la più bella del disco: l’attraversamento delle piscine dei vicini, vuote, di giardino in giardino, con le foglie morte al posto dell’acqua, per raggiungere l’ingresso della propria casa, e trovarla con porte e finestre distrutte. Scostando il velo si rischia spesso di scoprire realtà peggiori di quella temute: meglio conservare le proprie radici, senza appropriarsi della storia altrui, evitando ingannevoli apparenze. C'è anche Dostoevskij, nella preghiera di chi si percepisce escluso (“Nostra Signora del caso”), c'è una passeggiata veneziana con Nietzsche, nella “Fred” dove scopriamo un Clementi persino protettivo. Infine tutti in cerchio a chiedersi se sia possibile sopravvivere senza il proprio lato oscuro: un mondo immerso per sempre nella luce sarebbe poi così tanto auspicabile? “L’ultima notte del mondo” è un presagio che inaspettatamente intimorisce. Un’altra immagine forte, un altro momento di riflessione. In questi tempi frenetici abbiamo sempre più bisogno di fermarci ogni tanto a riflettere. Anche per questo motivo la seconda vita dei Massimo Volume rischia di diventare ancor più necessaria della prima.

Domani sapremo,
ne sono quasi sicuro,
se poi ci farà troppo male
potremo sempre condannare qualcuno
(da “Vedremo domani”)

01/02/2019

Tracklist

  1. Una voce a Orlando
  2. La ditta dell’acqua minerale
  3. Amica prudenza
  4. Il nuotatore
  5. Nostra Signora del caso
  6. L’ultima notte del mondo
  7. Fred
  8. Mia madre e la morte del Gen. José Sanjurjo
  9. Vedremo domani

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