Niccolò Fabi

Tradizione e tradimento

2019 (Universal Music Italia)
songwriter, pop

Niccolò Fabi, classe 1968, è tornato con un nuovo disco di inediti a tre anni di distanza dall'acclamato "Una somma di piccole cose". Uno iato interrotto qua e là da qualche cameo musicale (la raccolta "Diventi-Inventi 1997-2017") e sociale (la web-serie su Repubblica "Niccolò Fabi a casa loro") e il controverso annuncio - poi smentito - di una pausa dalla scena artistica. Non una vera e propria scomparsa anacoretica, dunque, ma un'immersione nella regolarità quotidiana. Nella quotidianità risiede infatti il vasto e prediletto campionario tematico che Fabi ha musicato a partire dal 1997; una consacrazione della e alla semplicità che nel tempo ha conferito alla sua arte e alla sua fisionomia l'aura del cantautore delle piccole e grandi cose umane.

L'assioma generale che sorregge l'arte fabiana è che la realtà cambia e allo stesso tempo può essere cambiata a partire elementi minimi. Per rimanere nel solco della poetica del cantautore romano, anche un semplice cambiamento di prospettiva può innescare una serie di mutamenti profondi, dentro e fuori di sé. La stella polare che guida la poetica di Fabi è, di conseguenza, l'incrollabile fiducia nella capacità umana di disporre i sentimenti verso un progetto collettivo di felicità. Un progetto non facile da realizzare e che la durezza della realtà rende più somigliante a un'utopia arcadica; un progetto che necessita una ricerca interiore e un ascolto esteriore costante.
"Tradizione e tradimento" è l'album che porta al centro della questione il tema della "ricerca di un equilibrio all'interno di un cambiamento tra la memoria e la prospettiva" - scrive Fabi - "la scelta difficile tra cosa conservare e cosa lasciare andare, come evolversi e trasformarsi rispettando la propria identità. Come trarre forza da ciò che ci è stato consegnato come tradizione e allo stesso tempo avere il coraggio di tradire quel percorso".

I fini arpeggi di chitarra folk e il double-tracking vocale di "Una somma di piccole cose" sopravvivono e coesistono in "Tradizione e tradimento" accanto ad altri strumenti e a nuove intuizioni musicali: i roboanti synth e gli arpeggiatori di "Amori con le ali" e di "Prima della tempesta", le spianate post-rock di "Scotta" punteggiate da fiati, cori e riverberi realizzati al moog, in una traduzione trasteverina delle scenografie sonore dei Sigur Rós. Il singolo di lancio, "Io sono l'altro", è un brano impalcato su un singolare loop vocale di eco boniveriana e arricchito da distorsioni noise che mordono uno dei ritornelli più pregnanti della discografia di Fabi. Da questo punto di vista, il titolo dell'album offre una chiave di lettura anche in senso sonoro, ovvero un disco realizzato tra la riproposizione della "tradizione" e il "tradimento" di questa a favore di nuove prospettive di coesistenza musicale (e umana, si dirà).

Il tema dell'equilibrio all'interno dei cambiamenti attraversa anche i testi dei nove brani proposti da Niccolò Fabi. La già menzionata "Io sono l'altro" mostra una visione dei rapporti umani intimamente legati a doppio filo anche se apparentemente contraddittori ("Quelli che vedi sono solo i miei vestiti/ adesso vacci a fare un giro"). Gli scenari palingenetici evocati in "Prima della tempesta" vengono diluiti dalla successiva "Migrazioni", che invece riaccende l'antica fascinazione per una natura selvaggia da esplorare a passo d'uomo ("non siamo certo i primi perché accade da millenni"). Implicitamente gioca sull'equilibrio anche il distico "Scotta" e "Tradizione e tradimento", i brani che rispettivamente aprono e chiudono il disco. Forse una certa tradizione ossificata le avrebbe volute vedere invertite nel loro ordine, ma un intervento "traditore" le ha disposte ai poli opposti: così la "penna quando scrive l'imprevisto", è l'atto coraggioso dell'autore che ha sconfitto l'insidia e l'insicurezza di un cambiamento ("guardo i fogli ancora bianchi sul mio tavolo/ non ho idea di cosa farci e quindi sto/ come un uomo che davanti ad un citofono/ e non ricorda più il cognome", nella title track).

In sostanza, "Tradizione e tradimento" accentra e porta avanti la poetica di Fabi conducendola su terreni sonori finora inesplorati dal cantautore romano, grazie anche all'appoggio degli amici di vecchia data (Roberto Angelini e Pier Cortese) e all'incoraggiamento di quelli nuovi (Costanza Francavilla, in passato collaboratrice di Tricky). Nel disco svettano alcuni momenti di cristallina ispirazione artistica ("Scotta", "Io sono l'altro", "Amori con le ali", "Prima della tempesta") a cui si alternano episodi dai toni più dimessi, ma comunque validi (il pacifismo di "A prescindere da me", "Migrazioni"). Tuttavia, almeno in un caso ("I giorni dello smarrimento" in collaborazione con Pier Cortese), si fa largo una certa ingenuità sonora e lirica che sconfina un po' nello stucchevole; nulla di mortale.
Il disco regge bene il confronto con le precedenti prove di Fabi - anche se la lezione di "Una somma di piccole cose" brilla ancora alta nella sua semplice totalità - e certifica la sua valenza compositiva nel panorama musicale italiano contemporaneo. Rispetto alla sua generazione artistica, Fabi ha dalla sua la capacità intelligente di sfidare il vecchio e il nuovo, senza cedere ingenuamente alle sirene delle mode. Ciò gli ha concesso la possibilità di confermarsi a ogni prova come un individuo totalmente intinto nella sua realtà carica di segni; la stessa realtà che alita tra le storie, gli oggetti ("Amori con le ali") e le fisionomie (il neo-folk di "Nel blu") delle canzoni.

13/10/2019

Tracklist

  1. Scotta
  2. A prescindere da me
  3. Amori con le ali
  4. Io sono l'altro
  5. I giorni dello smarrimento
  6. Nel blu
  7. Prima della tempesta
  8. Migrazioni
  9. Tradizione e tradimento


Niccolò Fabi sul web