Pearl Jam

Mtv Unplugged

2019 (Legacy)
grunge

Era il 1992, i Pearl Jam avevano appena portato a termine il primo tour americano, quello a supporto del disco d'esordio, il bestseller "Ten". Eddie Vedder era in procinto di diventare una sorta di semidio, e già stava ragionando con Stone Gossard e Jeff Ament su come impostare il disco successivo. Una sera gli rubarono una borsetta con dentro i testi di "Vs", che dovette quindi riscrivere da capo, ma questa è un'altra storia. Qui la fotografia scattata è precedente: immortala per sempre la sera del 16 marzo di quell'anno, quando a New York furono invitati da Mtv. I ragazzi ce l'avevano fatta, l'ondata grunge li stava per trasformare in rockstar.

Il format dell'esibizione Unplugged non era stato lanciato da molto, giusto un paio d'anni, e la band di Seattle fu fra le prime a sperimentare l'opportunità del set edulcorato, servito in modalità acustica. Ma a differenza di molte altre formazioni, riuscì a farlo con un piglio tutt'altro che dimesso: niente archi, niente ninnenanne, solo cinque ragazzi con i loro strumenti per cantare tutto il disagio post-adolescenziale del mondo, racchiuso in canzoni che stavano facendo la storia e sarebbero rimaste immortali, tanto da costituire ancora oggi, a quasi trent'anni di distanza, la spina dorsale dei torrenziali live act del quintetto.

La voce di Vedder scava dentro l'anima, sin dai primi versi di "Oceans", i suoi occhi spiritati ci lasciano ancora stupiti, tutto pare costruito per diventare iconico, i primi due pezzi con il cappellino, poi coi lunghi capelli sciolti, su "Porch" via la giacca per mostrare la t-shirt verde militare e salire sullo sgabello. Immagini che si perdono nella trasposizione audio, ma resta la musica, meravigliosa, e la voce, quella voce. Resta l'andatura elettrizzante di "State Of Love And Trust", l’unico pezzo non contenuto in "Ten" (era nel soundtrack di "Singles"), restano gli assoli di Mike McCready, il futuro guitar hero del gruppo, resta il drumming sicuro di Dave Abbruzzese, per molti il vero, unico, batterista dei Pearl Jam. C'è la struggente "Black", ci sono i tormentoni "Alive" e "Jeremy", ma soprattutto ci sono "Even Flow" e "Porch" trasformate in trascinanti jam, come sarebbe sempre accaduto dal vivo.

Queste canzoni non furono mai raccolte in un disco ufficiale, anche se – ovviamente – ben presto circolarono sotto forma di bootleg, a sedare la crescente sete di musica dei fan. A distanza di quasi tre decenni giustizia è fatta, con la pubblicazione su vinile di sette delle canzoni registrate quella sera, lasciando fuori la cover di "Rockin' In The Free World" (che non venne trasmessa neanche in tv) ma includendo l'iniziale "Oceans" (anch'essa non trasmessa). Lo show andò in onda il 13 maggio del 1992 e diede nuovo slancio alle vendite di "Ten", che raggiunse ben presto la seconda posizione nelle chart statunitensi, arrivando a vendere, nel tempo, soltanto in patria, oltre tredici milioni di copie, senza tener conto delle più recenti release celebrative. La storia era scritta, ed era soltanto l'inizio…

09/01/2020

Tracklist

  1. Oceans
  2. State Of Love And Trust
  3. Alive
  4. Black
  5. Jeremy
  6. Even Flow
  7. Porch












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