Possessed

Revelations Of Oblivion

2019 (Nuclear Blast)
thrash metal, death metal

Un fulmine a ciel sereno. All’improvviso, dopo un’attesa durata oltre trent’anni, il disco che non ti aspetti, un ritorno che non si può definire neppure una reunion, visto che della formazione originaria dei Possessed è rimasto solo il veterano Jeff Becerra, costretto da tanto tempo sulla sedia a rotelle in seguito a una sparatoria che lo ha paralizzato dalla vita in giù. Prima la sfortuna (Jeff si trovava lì per caso), poi il silenzio, infine la rinascita, perché ripartire da zero significa anche ridare un significato a tutto ciò che era stato fatto in passato. Ci riferiamo ovviamente a “Seven Churches”, album del 1985 considerato a ragione uno dei dischi fondamentali per il futuro sviluppo del metal estremo. Un’opera grezza di becero proto-death capace di influenzare moltissime band che sarebbero esplose negli anni successivi. Ricordiamo inoltre che in quella storica line-up dei Possessed militava un certo Larry LaLonde, successivamente colonna portante dei Primus.

Oggi insieme a Jeff Becerra (alla voce) c’è tanto furore di origine ispanica: Daniel Gonzalez dei Gruesome alla chitarra, Robert Cardenas (Coffin Texts) al basso, Emilio Marquez alla batteria e Claudeous Creamer impegnato con l’altra sei corde; cinque personaggi capaci di scatenare un vero e proprio inferno di metallo.
“Revelations Of Oblivion” è un classico esempio di thrash metal nudo e crudo, nella migliore tradizione di marca 80's: in questo caso i Possessed non autocitano le loro vecchie prodezze, ma preferiscono strizzare l’occhio a nomi come Sodom e Kreator (quelli degli esordi), oltre a rimettere in circolo molte suggestioni perennemente a cavallo tra ferale thrash metal e affondi di marca death (a volte tornano in mente i primi Sepultura ma soprattutto nomi meno celebrati come Demolition Hammer e Devastation).

Il trittico iniziale è violenza allo stato puro, a cominciare da “No More Room In Hell” e finendo con “Dominion” (gli Slayer dietro l’angolo nel riff di apertura) e l’intricata “Damned”, roba da headbanging tritacollo. Jeff è in grande forma, anche quando utilizza tonalità più basse rinunciando (almeno per poco) al suo ruvido timbro.
“Revelations Of Oblivion” non è stato costruito in fretta e furia: i vari brani, infatti, sono piuttosto elaborati grazie a una durata media che si assesta ben oltre i cinque minuti (pensiamo a “Demon” o quell’altra mazzata che risponde al nome di “Abandoned”). “Omen” (quasi sette minuti!) ribadisce quanto detto, cambiando marcia a più riprese senza mai perdere di vista la compattezza di un sound sempre perfido e maligno.
Infine tra le ultime gemme dell’album emerge il vero capolavoro composto da Becerra e soci, “Graven”, una canzone che potrebbe fare seri danni in sede live (ricordiamo l’imminente discesa in Italia per i cinque californiani).

Qui non si tratta di essere nostalgici di un’epoca, perché ci potremmo far bastare “Seven Churches” e poi altri due lavori a caso sempre usciti nel 1985 (“Hell Awaits” degli Slayer o magari “Bonded By Blood” degli Exodus). Questa volta finiamo al di là dell’importanza storica dei Possessed, perché come accennato in precedenza “Revelations Of Oblivion” è prima di tutto un punto di partenza.
Solo ragionando in questo modo il prodotto in esame acquisisce freschezza e genuinità, rilanciando quelle sonorità finite quasi del tutto in formalina (se ci riferiamo ai grandi nomi che le hanno onorate per tanti anni). Jeff Becerra è scatenato, adesso non lo ferma più nessuno.

22/05/2019

Tracklist

  1. Chant Of Oblivion
  2. No More Room In Hell
  3. Dominion
  4. Damned
  5. Demon
  6. Abandoned
  7. Shadowcult
  8. Omen
  9. Ritual
  10. The Word
  11. Graven
  12. Temple Of Samael

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