Raconteurs

Help Us Stranger

2019 (Third Man)
rock, garage blues
6.5

Piuttosto normale interrogarsi sul perché siano passati undici anni dall'ultima prova discografica dei Raconteurs, quel "Consolers Of The Lonely" che aveva confermato i tratti di un supergruppo perfettamente a suo agio con il bignami del rock'n'roll e della rielaborazione del classic sound sixties e seventies.
Facciamo un breve passo indietro, visto che le vie di Jack White sembrano infinite e i suoi piani forse altrettanto: nel 2009 il Nostro sposta la sua etichetta Third Man Records da Detroit a Nashville, aggiungendo al marchio anche un negozio e uno studio di registrazione. Da lì avvia due progetti quasi paralleli, ovvero la sua carriera solista e l'avventura con i Dead Weather (entrambi ormai arrivati a tre episodi discografici all'attivo). Già a occhio sarebbe facile calcolare il tempo rimasto a disposizione per questa creatura chiamata Raconteurs (cioè zero), ma le complicazioni prevedono anche il processo di disintossicazione dall'alcol per l'altra metà creativa della band, Brendan Benson (nel frattempo approdato al sesto album in solitaria).
Presupposti più che validi, quindi, per giustificare la vendemmia molto tardiva di questo "Help Us Stranger", incalzata dalla più consueta delle domande: "Dove eravamo rimasti?".

Come spesso accade però, basta una sala prove per riaccendere la fiamma, e Jack Lawrence (già al fianco di White nei Dead Weather) e Patrick Keeler non sembrano farsi pregare più di tanto.
Alla prima rimpatriata, White si presenta con "Shine A Light On Me" e tutto il suo amore per i Beatles, mentre Benson porta in dote "Only Child", che trasuda invece sentimento per le storie della provincia americana ("Only child/ Only son/ Treated like a criminal/ Ever since day one"). I due si guardano a capiscono che è di nuovo tempo di far convivere angeli e demoni, elettricità e praterie.
"Help Me Stranger" inizia con il suono di un vinile d'antan che inquadra tempi e modi dal sapore volutamente roots, "Now That You're Gone" è la ballatona che tutti stavano aspettando da Benson, "Sunday Driver" getta benzina sul pavimento per dar fuoco all'intera baracca.

Nei Raconteurs targati 2019 il fiore all'occhiello è ancora la scrittura dei brani (Benson si è sempre confermato un ottimo socio in affari da questo punto di vista), e White è ancora pronto a spolverare il ruolo di "tizio con personalità e talento" che occupa spazio, e che sacrifica parte dell'anima più bucolica della band (o folk, che dir si voglia), in favore del consueto hard-rock di matrice garage blues, qui più prevedibile del solito. Nell'insieme, il percorso resta coerente (e l'esordio in cima alla Top 200 di Billboard aiuta a fare i conti), anche se meno emozionante.
La coppia White/Benson affonda con sicurezza gli artigli nelle sonorità del passato (la bella cover di "Hey Gyp (Dig The Slowness)" di Donovan è lì a fornire l'ennesima dimostrazione) facendosi però bastare il tesoretto accumulato e lasciando per strada sia un po' del fascino stradaiolo di "Broken Boy Soldier" che la ricca tavolozza di colori di "Consolers Of The Lonely".
A scanso di equivoci: avercene di gente con questa attitudine e questa qualità di scrittura, in tempi di magra per il rock'n'roll. Semplicemente, a distanza di undici anni, il risultato sembra per la prima volta raccogliere meno della somma dei talenti in gioco.

03/07/2019

Tracklist

  1. Bored and Razed
  2. Help Me Stranger
  3. Only Child
  4. Don't Bother Me
  5. Shine the Light On Me
  6. Somedays (I Don't Feel Like Trying)
  7. Hey Gyp (Dig the Slowness) (Donovan cover)
  8. Sunday Driver
  9. Now That You're Gone
  10. Live a Lie
  11. What's Yours Is Mine
  12. Thoughts and Prayers