Suiyoubi No Campanella & Oorutaichi

Yakushima Treasure

2019 (Warner)
ambient, field-recordings, avant-folk

Ancor più che la natura “altra” del progetto, lontana da ogni forma di velleità da classifica, e non di certo per il suo firmatario, ben noto per profondi cambi di rotta e radicali stravolgimenti d'estetica, a sorprendere della pubblicazione di un lavoro quale “Yakushima Treasure” è il licenziamento attraverso una major, di quelle che solitamente si tengono al riparo da qualsiasi rischio. Difficile intuire l'effettiva motivazione alla base della decisione della Warner, quel che è certo è che con questo nuovo Ep la ditta Suiyoubi No Campanella ha abbattuto ulteriori barriere espressive, spingendosi oltre i confini dell'universo pop per abbracciare una dimensione di pura ricerca, dettata esclusivamente dal proprio trasporto personale.
Frutto dell'esigenza di maggiore libertà creativa da parte della frontwoman KOM_I, i sei brani del progetto raccontano dei frequenti viaggi dell'interprete sull'isola di Yakushima (sito patrimonio dell'umanità dell'Unesco), incentrandosi, con un opportuno trattamento produttivo, sui suoni naturali e sulle tradizioni musicali del luogo. Ne deriva un'esperienza atmosferica tra le più peculiari degli ultimi anni, zeppa di antiche reminiscenze folk e di distintive ricostruzioni d'ambiente, attuate senza alcun tentennamento.

In questa ennesima ricalibrazione del proprio percorso musicale, il terzetto giapponese non è da solo. In soccorso all'elaborazione e al trattamento delle molteplici idee raccolte durante i vari soggiorni di KOM_I a Yakushima (idee e riflessioni esplicitate in un documentario in sette parti diffuso su YouTube) giunge l'abile mano di Oorutaichi, scafato produttore electro già noto per album dall'approccio pop ma filtrato da una lente schizoide e stravagante. Si rivela un'ottima comunione di intenti, che se non riesce a raggiungere le vette toccate con “Galapagos”, tuttavia ne radicalizza molte delle intuizioni, portando all'estremo l'indagine atmosferica già avviata col precedente progetto.
Field-recordings accumulati nelle peregrinazioni per le foreste dell'isola, i dialoghi intrattenuti con la popolazione locale e i canti della tradizione diventano il fulcro tematico dei brani, le fondamenta su cui la produzione imbastisce cangianti scenari dal tocco immersivo, che modulano ogni contributo umano e naturale come parte integrante del discorso. Il tesoro di Yakushima si tiene ben lontano da una posticcia ricerca etno-musicologica, avvicinandosi piuttosto allo spregiudicato utilizzo di registrazioni e manipolazioni effettuato da Kink Gong, in una reinvenzione del materiale di partenza che assume fattezze a loro modo poetiche.

Tra zoppicanti frammentazioni glitch, rendering iper-realisti dei campioni naturali (le cromie vivide dello scorrere dell'acqua a chiusura di “Chika no saigi”, tra i Visible Cloaks e il maestro ambient Hiroshi Yoshimura), imprevedibili progressioni compositive (la ricorsività dronica di “Faded Sea” a stemperarsi in un essenziale disegno paesaggistico), la Yakushima immortalata dai Suiyoubi No Campanella e Oorutaichi si perde nei meandri del ricordo, unisce tradizioni secolari sotto la luce del presente (qualcuno ha detto Akira Rabelais?), ricavandone un'esperienza di assoluto appagamento sensoriale. Che sia solo un episodio di raccordo, in attesa di nuovi oltraggi sul corpo del j-pop? Difficile stabilirlo, anche così, questo progetto vive di una convinzione impossibile da prendere sotto gamba.

20/08/2019

Tracklist

  1. Chika no saigi
  2. Shimameguri
  3. Agari fune
  4. Higashi
  5. Umi ni kieta anata
  6. Yaku no jitsugetsubushi


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