The Milk Carton Kids

Difficile non voler bene a The Milk Carton Kids, non fosse altro per la devozione alla genialità di Simon & Garfunkel e alle radici del folk-pop americano.
Non un vero e proprio album, al punto da essere catalogato da alcuni come Ep, “The Only Ones” è una delle proposte più radicali del duo: Kenneth Pattengale e Joey Ryan riducono al minimo gli elementi della loro proposta, voci e chitarre acustiche approntano un approccio più intimo che permette alle storie di essere le uniche protagoniste delle sette canzoni.

Se dal punto di vista dei testi, i Milk Carton Kids dimostrano di aver arricchito il proprio lessico, con una più accurata attenzione alle sfumature e alla sceneggiatura delle storie e dei protagonisti, sul versante musicale, viceversa, “The Only Ones” non appare ben calibrato.
La sensazione prevalente è che Pattengale e Ryan si siano soffermati più sul racconto che sul contorno armonico; spesso le canzoni sembrano dei bozzetti, delle piacevoli partiture incomplete, dopotutto il tentativo di introdurre nuovi musicisti nei loro progetti discografici non si è rivelata una scelta del tutto felice (l’altalenante “All The Things That I Did And All The Things That I Didn't Do”) e questo album rappresenta un nuovo punto di partenza, per chissà quali traguardi.
Fa comunque ben sperare la pregnanza espressiva di “I Meant Every Word I Say” e l’ardimentosa ed elaborata struttura armonica di “I Was Alive”, ovvero i due episodi che incorniciano “The Only Ones”, ed è impossibile resistere al fascino country-roots di “I’ll Be Gone” o alla toccante genuinità di “My Name Is Ana”, canzone ispirata dal libro “Il Diario di Anna Frank”.

Con queste premesse, non resta che restare sintonizzati sulle prossime mosse dei The Milk Carton Kids, nella speranza che la rinascita dell’ispirazione li riporti agli onori della critica e del successo.

23/02/2020