Uffe Lorenzen

Triprapport

2019 (Bad Afro)
psichedelia, folk-rock

Messa in stand-by la band Baby Woodrose, Uffe Lorenzen concentra le sue risorse sulla carriera solista, inaugurata un anno fa con il mistico folk psichedelico di “Galmandsværk”. Anche per “Triprapport” l’artista non rinuncia all’utilizzo della lingua madre, sfidando ancora una volta le regole del music-business.

Il nuovo album è stato realizzato in 15 giorni di assoluto isolamento, in compagnia del fruscio delle betulle, mangiando funghi mentre fuori imperversava la burrasca.
Registrato in analogico, senza alcun intervento di tagli e cuci, il nuovo album di Uffe Lorenzen (aka Lorenzo Woodrose) è un campionario più completo e variegato, un viaggio di 36 minuti nei meandri della psichedelia e del garage-rock, ingentilito da echi di una spiritualità ancestrale, sottolineata dal suono di sitar, organo, tablas, mellotron, e chitarre acustiche/elettriche.

Sono otto brani, incorniciati da un’introduttiva ninna nanna dai profumi cosmico-psichedelici (“Psykonauten”), e da una ballata finale (“Hallo Hallo Frøken”) che, oltre a essere l’unico brano non scritto dal musicista (opera del cantautore danese Hans Vinding), non sfigurerebbe nei primi album dei Pink Floyd.

Non ci sono grosse novità nel caleidoscopico intreccio di psichedelia e rock del musicista danese, quello che è leggermente cambiato è il tono meno greve è spiritualmente più profondo e intimo.
Profumi orientaleggianti (“Aldrig Mere Ned”, “Floden”), madrigali (“Angakkoq”), stravaganze garage-rock (la title track), fuzz chitarristici (“Alting Er Eet”) e folk psichedelici dai tratti onirici (“Lille Fugl”) sono parte di un puzzle gradevole e conciliante, che conferma l’artista danese come l’erede più credibile del compianto Rocky Erickson.

31/07/2019

Tracklist

  1. Psykonauten
  2. Alting Er Eet
  3. Triprapport
  4. Angakkoq
  5. Lille Fugl
  6. Floden
  7. Aldrig Mere Ned
  8. Hallo Hallo Frøken


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