Ulver

Drone Activity

2019 (House Of Mythology)
ambient/drone

La produzione degli Ulver abbraccia una delle più grandi vastità concesse alla definizione di "eclettismo", e proprio per questo in essa non c'è senso di appartenenza: è appetito insaziabile, nomadismo creativo di spiriti che non possono negare di "contenere moltitudini", citando Whitman, convinti che un'eterna provvisorietà sia l'unico modo per rispecchiare l'enigmatica complessità della natura umana.

Un perpetuo sacrificio in onore delle Muse li ha condotti sui sentieri più inusitati, osando a tal punto da redigere una succinta cronistoria dell'infamia in veste synth-pop ("The Assassination Of Julius Caesar"), null'altro che l'ulteriore connubio tra sacro e profano, ascesi e inevitabile capitolazione celate nelle trame di una narrazione scientemente sfarzosa e accattivante. Dopo una tale uscita allo scoperto non era dunque improbabile, da parte loro, il ritorno a una certa "oscurità", il rifugio in un cono d'ombra dove poter cogliere nuove ispirazioni spontanee senza vincoli formali.
Attingendo alla fonte della loro più remota e radicale metamorfosi – giunta a compimento alle porte del nuovo millennio – nel doppio Lp "Drone Activity" Kristoffer Rygg e soci compilano quattro lunghe suite improvvisate, incise dal vivo a Oslo lo scorso ottobre in occasione dell'omonimo evento promosso da Red Bull.

Il modus operandi del collettivo presenta evidenti analogie con la performance "zodiacale" di "ATGCLVLSSCAP", prima uscita con la label londinese, anch'essa strutturata su un canovaccio di melodie (perlopiù inedite) di variegata ascendenza settantiana. Con la commissione del colosso dei soft drink, invece, i nostri sembrano ordire veri e propri esercizi d'assenza, senza collocazione temporale né chiari rimandi simbolici, se escludiamo i titoli successivamente attribuiti alle tracce.
Non che gli Ulver siano nuovi alle esplorazioni strumentali – pensiamo agli Ep pubblicati tra il 1999 e il 2001 – ma nel tempo gli stilemi elettronici sembrano essersi sedimentati entro una forma più dilatata e contemplativa, che qui ricorda soprattutto gli ariosi intermezzi presentati alla Norwegian National Opera, spettacolo che ne ha rappresentato una sorta di summa artistica.

Folate di vento ghiacciato introducono "True North", tra affilati clangori industriali in lontananza e ieratiche nubi elettroniche dall'incedere minaccioso. Si fanno strada le venature distorte del fidato chitarrista Stian Westerhus, ormai elemento irrinunciabile in studio come dal vivo, e man mano il soundscape prende forma come un fenomeno naturale, saturandosi in un climax che si risolve senza clamore con ulteriori ondate drone-metal.
Introduzione in reverse per la cinematica "Twenty Thousand Leagues Under The Sea", decisamente più ricca di coloriture e con un apprezzabile sviluppo narrativo: pulsazioni alla Raime permeano il fondale oceanico immaginato dal quintetto, forse più che mai predisposto all'effetto immaginifico da soundtrack contemporanea.
Decisamente meno entusiasmante il notturno di "Blood, Fire, Woods, Diamonds", sorta di corsa ansiogena a ritmo costante tra le scie luminose di una metropoli, scenario dominato dalle percussioni di Anders Møller e da brume elettroniche alla "Perdition City". L'ultimo quarto d'ora non stravolge più di tanto le sorti della live session: "Exodus" è un epilogo arioso e quasi trasognato rispetto alle suite precedenti, dove anche le più rombanti frequenze basse accentuano l'avvolgente epicità del gran finale in tonalità maggiore.

Settanta minuti dell'ora e mezza complessiva sono documentati in "Drone Activity", e di certo operarne una sintesi ulteriore non avrebbe restituito la varietà dell'inedito intervento degli Ulver. Anche dal vivo la loro capacità di plasmare un "organismo sonoro" compiuto e autonomo si conferma in maniera convincente, ma gli spunti di base non sono tutti di livello tale da rendere il doppio Lp un complemento significativo alla discografia della leggendaria compagine norvegese. 

26/05/2019

Tracklist

  1. True North
  2. Twenty Thousand Leagues Under The Sea
  3. Blood, Fire, Woods, Diamonds
  4. Exodus


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