William Doyle

Your Wilderness Revisited

2019 (William Doyle)
art-pop, elettronica

Opera monumentale il nuovo album di William Doyle, musicista già noto per le interessanti e visionarie divagazioni art-pop ed elettroniche dispensate sotto il nome di East India Youth. "Your Wilderness Revisited" non è, come sembrerebbe a prima vista, l'inizio di un nuovo capitolo, quanto la summa di un percorso, che Doyle ha affrontato con tenacia fino a trovare una dimensione artistica congeniale. Che abbia assimilato ben bene la lezione di Brian Eno e Tim Hecker lo si evince dalla volontà di svestirsi dei panni synth-pop del pur riuscito "Culture Of Volume", per affrontare un'evoluzione stilistica che ricorda il passaggio dei Talk Talk da idoli per teenager a prototipo dell'avant-pop.

La nuova avventura è iniziata quando l'artista ha composto un album interamente strumentale, "The Dream Derealised", che ha riconciliato Doyle con la musica dopo un periodo difficile e psicologicamente debilitante, tra ansia, panico e sintomi dissociativi che lo hanno costretto a una reclusione volontaria. Quel che è accaduto dopo è stato un coming out emotivo forte e doloroso, un confronto con il proprio passato, soprattutto con il dolore per la morte del padre, e il susseguente trasferimento a soli tredici anni, insieme alla madre, nella periferia inglese.

Solo la forza dell'immaginazione ha salvato il giovane Doyle dall'emarginazione e dall'isolamento intellettuale, la stessa energia che ha messo in gioco per rielaborare una serie di canzoni accantonate in attesa di trovare il suono giusto. Nuove fonti d'ispirazione (These New Puritans, Owen Pallett, Julia Holter) e un'inedita purezza ultraterrena, animano le nove composizioni di "Your Wilderness Revisited", ora lievemente più inclini a un ambient-progressive-folk, la cui forza non è affidata a un'estetica effimera ma a una sequenza di arpeggi e riverberi che tratteggiano il caos della urban life ("Millersdale").

William Doyle non è più il musicista che aspirava al Mercury Prize, non tanto perché ha perso il tocco magico di utopista pop ("Nobody Else Will Tell You"), quanto proprio per la volontà di attraversare lo steccato della prevedibilità, mettendo in gioco ambiziose canzoni d'autore avant-folk disturbate da field recording in bilico tra euforia e follia ("Zionshill") o malinconiche trame strumentali dai contorni jazz e psichedelici ("Full Catastrophe Living").
Facile a questo punto scorgere assonanze e contiguità con altri esploratori dell'animo moderno, da James Blake ("Blue Remembered") a Thom Yorke ("Continuum"). C'è un'attenzione ai suoni e alla loro dimensione spirituale che mette in connessione l'opera di Doyle con quella di "Soul Mining" di The The. Tutte le canzoni hanno un che d'inquieto e straniante, a dispetto dell'architettura apparentemente lineare, un insieme di musica organica ed eterea che raggiunge climax sonori al limite della percezione, come nella straordinaria escursione emotiva di "An Orchestral Depth", che affronta il ruolo complesso delle droghe nella moderna realtà suburbana.

Non è stato facile per Doyle svestire i panni del musicista di successo: tour e uffici stampa sono ormai il passato, ora è la musica a essere in primo piano, versatile e creativa come fino ad ora era solo lecito immaginare. Il progetto East India Youth era il bozzolo, "Your Wilderness Revisited" è una farfalla, che vola sulle ali della fantasia, passando dagli Yes ("Design Guide") ai Beach Boys ("Thousands Of Hours Of Birds") con la leggerezza di una piuma, ed è solo l'inizio di una nuova affascinante storia d'autore.

30/01/2020

Tracklist

  1. Millersdale
  2. Nobody Else Will Tell You
  3. Zionshill
  4. Design Guide
  5. Continuum
  6. Full Catastrophe Living
  7. Blue Remembered
  8. An Orchestral Depth
  9. Thousands Of Hours Of Birds




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