Adriano Zanni

Songs To The Sirens

2020 (13/Silentes)
ambient-drone
6.5

Circondato dal silenzio, all’ostinata ricerca della confortante voce del mare. Profondamente segnato dalla repentina evoluzione dell’emergenza pandemica, l’anno che volge al termine si è certamente caratterizzato per una vasta produzione artistica scaturita dal malessere strisciante e dall’incertezza che lo sconvolgimento sociale e il prolungato confinamento hanno determinato. E all’interno di questa nutrita scia creativa si inserisce pienamente il nuovo lavoro di Adriano Zanni, terzo personale tassello di questo accidentato e turbolento 2020.

Palesemente ispirato a una delle più preziose gemme scritte da Buckley padre, “Songs To The Sirens” vede il musicista/fotografo ravennate proseguire l’esplorazione audiovisiva degli immersivi scenari del suo territorio d’origine. Immagini e suono sono definitivamente divenuti componenti inscindibili della sua narrazione, elementi che costantemente si fondono e confondono per raggiungere reciproca completezza. Le silenti, essenziali fotografie monocromatiche diventano così ancora una volta perfetta eco di un flusso risonante sinuoso e contemplativo, plasmato combinando frequenze analogiche e digitali con tattili riverberi ambientali, estrapolati e collezionati nel corso di anni dedicati alla raccolta di frammenti di vita del litorale romagnolo.

A guidarci lungo la rotta è appunto il moto perpetuo della liquida distesa che si infrange sulla costa, presenza irrinunciabile che satura le diverse dimensioni di questo biunivoco tracciato, divenendo punto di fuga di ogni istantanea catturata e distinto respiro che emerge costante fin dalle dilatate trame di “23 febbraio, la mattina perfetta”, emblematico punto d’origine da cui si dischiude un immaginario fervido, ricco di rimandi biografici e ispirazioni cinematografiche. Il senso di in(de)finito, che lo sguardo accoglie perdendosi nell’amniotico orizzonte, ci proietta in un ipnagogico ambiente sonico di vapori sintetici che usa il dato materico come àncora per trattenere la memoria del vissuto.

È un territorio vivido fatto di inquieto ribollio (“Non sta mai fermo”) e di oscura attesa (“Facevo del mio meglio per sorridere”), di improvvisi lampi acidi (“Adriatico lisergico”)  e convulsa ludicità (“Tutti contro tutti”), un paesaggio in cui si riversano l’elegiaca e dolente visionarietà del Tarkovskij di “Solaris” (“Forse era un sogno”) e il mal di vivere che permea quel “Deserto rosso” che tanta parte ha avuto nella produzione di Zanni e qui ancora una volta esplicita citazione posta in chiusura.

Non sta mai fermo. Mai. Mai, mai
Io non riesco a guardare a lungo il mare
Sennò tutto quello che succede a terra non mi interessa più

24/12/2020

Tracklist

  1. 23 febbraio, la mattina perfetta
  2. Non sta mai fermo
  3. Facevo del mio meglio per sorridere
  4. Adriatico lisergico
  5. Tutti contro tutti
  6. Forse era un sogno
  7. Verso il mare aperto


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