Andrew Wasylyk

Fugitive Light And Themes Of Consolation

2020 (Athens Of The North)
chamber folk, orchestral,jazz

Eravamo rimasti ad Arbroath, Scozia, a osservare il Mare del Nord e la magia di una terra ancora selvaggia, stregati dal fruscio del vento, dall’odore del muschio, delle vibrazioni onomatopeiche della natura, dall’infrangersi delle onde sulla roccia. Andrew Wasylyk come abile guida aveva ancora una volta svelato le bellezze della terra natia, un luogo che nelle intenzioni del musicista assumeva una valenza metaforica, simbolica, virtuale.
“The Paralian” era già la seconda tappa di questo viaggio nelle magnificenze della Scozia, il primo ad aver attirato l’attenzione dei media fuori dai confini patri, un inatteso e poetico album chamber-folk dalle tinte jazz e orchestrali.

Meglio conosciuto con il vero nome di Andrew Mitchell, per le precedenti avventure musicali con The Hazey Janes e Idlewild, l’artista scozzese conferma la profonda ammirazione per il jazzista Bill Wells, per quella magica interazione tra luoghi e musica che ha reso unica l’arte di Ennio Morricone e Ryuichi Sakamoto, per il fascino crepuscolare di Virginia Astley, per il misticismo di Alice Coltrane e per tutti quei musicisti abili nel comunicare per mezzo delle sfumature cromatiche dei suoni, la poesia di un territorio o di uno stato d’animo naturale.
Attraverso il linguaggio universale delle sette note, il musicista di Dundee conduce per mano l’ascoltatore in un paradiso naturale, architettonico e storico, “Fugitive Light And Themes Of Consolation” è un racconto fisico e spirituale la cui etica è ancorata alla madre terra, in questo caso l’estuario del fiume Tay.

Le sonorità sono leggermente più oniriche e cristalline rispetto al precedente album, le orchestrazioni sono armonicamente ricche e ariose (“A Further Look At Loss”), gli arrangiamenti di Pete Harvey (tra le sue collaborazioni King Creosote, Modern Studies) profumano di jazz e noir, mentre archi e fiati intonano epici refrain immergendoli in suoni cristallini e umidicci (”Fugitive Light Restless Water”).
Spesso il suono del theremin dona una leggerezza quasi impalpabile (“The Violet Hour”), rinsaldando quell’attenzione alle sfumature e ai colori che è la vera forza di “Fugitive Light And Themes Of Consolation”.
In questo nuovo viaggio sulle coste scozzesi, Wasylyk getta anche uno sguardo verso la civiltà urbana e suburbana che ne minaccia gli spazi vitali: il senso del ritmo e del movimento che agita le dolci note di “Awoke In The Early Days Of A Better World” appare come graffiti su mura di cemento, un segno ancestrale su una terra in perenne evoluzione, un invito a rallentare il corso del tempo per riscoprire il fascino della contemplazione (“Everywhere Something Sublime”).

Musicalmente ancor più intenso e armonicamente incisivo, il nuovo album di Andrew Wasylyk si concede alla orecchiabilità (“In Balgay Silhouettes”), alla sensualità della lounge music e del soul (“Last Sunbeams Of Childhood”), al minimalismo chamber-folk (“(Half-light Of) The Cadmium Moon”) e a pregevoli e malinconiche arie barocche (“Black Bay Dream Minor”), mettendo insieme un collage di suoni e immagini poeticamente vigorosi, intelligentemente in equilibrio tra sogno e realtà.
Quando infine arrivano le note di “Lost, Aglow”, tutta la fluidità creativa e lirica, ricca di purezza e spiritualità idonea ad annullare dissonanze e volontari imprevisti armonici, si manifesta nella sua affascinante essenza, con un breve tocco post-rock che sembra rubato allo Spirito dell’Eden.

10/12/2020

Tracklist

  1. A Further Look At Loss
  2. Last Sunbeams Of Childhood
  3. Fugitive Light Restless Water
  4. The Violet Hour
  5. Everywhere Something Sublime
  6. In Balgay Silhouettes
  7. Awoke In The Early Days Of A Better World
  8. (Half-light Of) The Cadmium Moon
  9. Black Bay Dream Minor
  10. Lost, Aglow




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