Awich

Kujaku

2020 (Yentown / BPM Tokyo)
hip-hop, pop-rap

Piano piano, ma con inesorabile imperturbabilità, la nuova, floridissima scena urban giapponese sta reclamando il suo spazio, e Awich, accanto a tanti altri nomi (spesso coperti anche su queste pagine) sta contribuendo a tracciarne il percorso. Lo fa con un tocco dinamico, polivalente, che non teme di uscire fuori porta rispetto ai parametri del suo pur ampio lessico hip-hop, ma che sa essere preciso e affilato come un coltellino svizzero, se le circostanze lo richiedono. “Kujaku” (“pavone” in italiano) è la conferma dell'effervescente talento della rapper di Okinawa, di una grinta senza freni, tale da spalmarsi con grande senso narrativo e consistente fluidità nelle venti tracce del disco, che per consistenza di tono, scioltezza del flow e varietà produttiva restituisce l'immagine di un'autrice più matura e di un'interprete notevolmente cresciuta, capace di intense sviate soul e agili filigrane pop. Il bello pare essere cominciato per davvero.

Romantica, innamorata, non per questo però incapace di scatti di orgoglio o di rabbiose prese di posizione, la rapper immortala un'appassionata storia d'amore, nei suoi risvolti più dolci e in quelli più turbolenti, inquadrandola in un affollato contesto urbano e supportandola con una pletora di voci di contorno, a suggerire quasi un'impostazione teatrale, ricalco di una vita vera a cui il processo creativo dona nuovo respiro e pathos. È anche per la natura giocoforza sfaccettata dell'intelaiatura narrativa che il disco si avvale di una produzione intensa, cangiante, di basi che mutano forma e struttura a seconda delle esigenze, donando ulteriore pregnanza a quanto espresso da Awich.

Un mischione senza baricentro? Nemmeno per idea, poiché la rapper sa come tenere ben salde le redini della storia e contrassegnare ogni momento con la forza della sua presenza, che si traduce in un pieno controllo della voce, nonché in un ottimo bilinguismo, utile per chi non ha dimestichezza col giapponese. Anche e soprattutto in quest'ottica, i vari interludi inseriti nell'album non spezzano il flusso della narrazione, casomai lo arricchiscono di nuovi significati, conferendo al flow e alle scelte sonore una pienezza aggiuntiva.

Più moderne derive electro (l'apertura, affidata al caldo minimalismo di “Love Me Up”) cedono il passo a spigliate basi old-school, che ricontestualizzano nella contemporaneità le movenze degli m-flo e di Zeebra (“Sennou”, con un efficace sampling boom-bap), rade concessioni trap (gli sparsi commenti sonori di “Nebuta”) sono il negativo di scheletriche reinterpretazioni dei crossover globalisti di M.I.A. (“Open It Up”). E si procede così, tra funk-soul con interessanti commenti di chitarra e slanci vocali degni di una AI (“Poison”), prese collettive su tappeti industriali (“Bloodhsot”), riflessioni di stampo r&b (“4:44”), che il tono di Awich e dei vari collaboratori piegano al proprio volere, senza rimanere mai schiacciati da una prova di eclettismo che avrebbe potuto risultare pericolosa.

Se anche i passi di danza latineggianti di “Lose Control” e gli slanci house di “Arigato” sanno trovare la loro adeguata collocazione, si ha piena percezione di una rapper in pieno controllo del suo gioco, a cui manca solo un pizzico di sintesi in più per arrivare al top. Di questo passo manca davvero poco.

21/02/2020

Tracklist

  1. Love Me Up
  2. Sennou (ft. DOGMA & 鎮座DOPENESS)
  3. NWO
  4. Nebuta (ft. KZM) (AL ver.)
  5. Open It Up
  6. Poison (ft. NENE)
  7. Bloodshot (ft. JP THE WAVY)
  8. Interlude 1 (Island Girls)
  9. Kamihikouki
  10. 4:44
  11. Lose Control
  12. What You Want (ft. IO)
  13. Interlude 2 (Good Man)
  14. First Light
  15. Gangsta
  16. Interlude 3 (Remember?)
  17. Pressure
  18. Interlude 4 (No Pressure)
  19. DEIGO (ft. OZworld)
  20. Arigato




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