A distanza di un solo anno dalla pubblicazione dell’ultimo lavoro in studio (“Deserto”), i C+C=Maxigross sorprendono tutti e si riaffacciano con una nuova produzione dal titolo “Sale”. Il disco, autoprodotto e pubblicato per Tega (ambizioso progetto artistico ideato dalla stessa band), è acquistabile unicamente in formato digitale tramite il profilo Bandcamp dell’ensemble veronese, al momento e volutamente, senza prevedere la realizzazione di supporti fisici e l’inserimento nelle varie piattaforme digitali.
Scritto e suonato in presa diretta dall’ennesima cangiante formazione del gruppo, l’album è stato prodotto, mixato e registrato tra il mese di novembre 2019 e l’ottobre del 2020. I difficoltosi presupposti, non solo economici ma anche di natura personale e interna alla band, non hanno compromesso in alcun modo l’esito dell’iniziativa.
A differenza della ricercata introspezione che permeava i solchi di “Deserto”, del magnifico girotondo di “Ruvain” (2013) e delle magiche manipolazioni di “Fluttarn” (2015), in “Sale” si scopre il volto solare e pop dei C+C, senza il rischio di snaturare le peculiari caratteristiche psych-folk, intrise di speziate venature elettroniche e di isocronie percussive, da sempre marchio di fabbrica del gruppo veneto.
I nove passi che compongono il disco (dieci se si considera il brano che raccoglie, consapevolmente, l’intero volume in unica traccia) disegnano un percorso più luminoso e addirittura orecchiabile, se raffrontato alle geniali, complesse, ma fin troppo monadiche, architetture sonore esposte nei precedenti Lp.
L’ipnotica leggerezza di “Tarantola” e l’acustica armonia di “Lontano”, non a caso scelti come singoli apripista, sono sezioni che si lasciano cullare e ascoltare con piacevole impulso, grazie al consueto mix di ritmi e suoni caleidoscopici sovrapposti su frequenze differenti, questa volta completati da brillanti melodie che, mai come in quest’occasione, riescono a fissarsi nella mente.
La situazione non tende a variare anche nei restanti capitoli che vivono, ad esempio, di tribale sinuosità come “Vieni qui che mi svegli”, di lisergica agilità (“Guardiano”), d’irrequieta dolcezza elettrica (“Il vento”) o nell’inserto interamente strumentale (“Tega pt.2”).
Non si scorgono cedimenti nell’amalgama composta da gustose cadenze d’impatto e dal coacervo fluttuante di suoni variegati. Ogni piano musicale rispetta il proprio ruolo, che funga da protagonista o solo da educato corollario.
Come ormai accade da qualche tempo, i C+C=Maxigross si sono dedicati alla composizione di testi esclusivamente in italiano, ed ecco che diventa più semplice individuare il pensiero che costituisce tanta eloquente accuratezza sonora, e anche laddove riaffiorano le spigolosità musicali più prorompenti sono le parole a prendere per poi restituire la percezione rassicurante che aleggia per tutte le stanze di “Sale”.
In “Tempesta” il sinistro e coinvolgente vortice sonoro è spezzato da incoraggianti e rettilinee asserzioni quali: ”Attendi che passi/ E domani/ Ti dimenticherai/ Di nuvole e vento/ Nella tua casa/ Ferma lì/ Senza Radici”, ma è nell’aliena spirale di “Piedi asciutti” che il messaggio definitivo si materializza con risolutezza tra le espressioni: “Ora/ Avanti e lascia in dietro quel tuo porto/ Dove hai dormito forse troppo/ E hai sopito il tuo slancio/ Forte e bello”, note che regalano il vero manifesto della band. Un messaggio nient’affatto declinante. “Sale” si rivela un album che indica quanto la fiducia, l’equilibrio e la positività debbano essere gli strumenti con i quali affrontare la realtà, seppur ricca di ostacoli. Anche i momenti più foschi possono assumere sembianze rassicuranti, magari con l'aiuto di epifanie artistiche di oggettivo spessore, come questa convincente opera dei C+C=Maxigross.
11/11/2020