Creeper

Sex, Death & The Infinite Void

2020 (Roadrunner)
pop rock, glam, emo

Introducendo una band di cui (almeno dalle nostre parti) non si sa poi tanto, della quale per giunta sulla tua webzine ancora non si è parlato, l'ultima cosa che andrebbe fatta sarebbe partire da riferimenti e influenze di quest'ultima. Ne esistesse uno, il "galateo del recensore" vorebbe che si partisse da un accenno di biografia della band, magari dalla cosiddetta scena in cui è maturata e altri dettagli del genere. In barba a ogni protocollo, questa volta inizieremo proprio da riferimenti e influenze.
Questa pop-rock opera intitolata "Sex, Death & The Infinite Void" ha dentro di tutto, tanto da farsi definire un teatrale zibaldone horror-rock. Christian Death, il "Rocky Horror Picture Show", Nick Cave in vena di blues e southern rock ("Poisoned Heart", "For Years Ago"), Roy Orbison nei suoi frangenti più stralunati ("Thorns Of Love") sono le prime cose che vengono in mente, ma lasciatemi complicare la faccenda tirando in ballo Ezra Furman, la maniera irruenta musicare storie dei Fucked Up e, dati i ricorrenti chorus emo-pop, i My Chemical Romance ("Annabelle", "Paradise", "Be My End"). Altre correlazioni e rimandi, che sono tutt'altro che finiti qui, in corso di recensione.

La notizia è che tutte queste istanze non solo funzionano bene insieme, il che basterebbe a sancire la bravura dell'istrionico Will Gould e dei suoi sodali dal trucco pesante à-la famiglia Addams, ma vengono sfruttate dalla band a proprio piacimento per dare il giusto accento ad ogni fase della storia d'amore tra Roe, un ragazzo appena arrivato sulla terra che strizza l'occhio a Ziggy Stardust e al glam-rock (in "Cyanide" non vengono in mente anche i fratelli Mael?), e Annabelle (nella traccia che porta il suo nome si aggiungono alla numerosa lista di ascendenti i Suede).
Certo, un frontman e vocalist capace di passare dal crooning all'emo rende tutto più semplice, ma il resto della combriccola non è da meno, a partire dalla tastierista Hannah Greenwood, agilissima anche nel fornire il controcanto a Gould, e il chitarrista mai pago di riff Ian Miles.
Ciliegina sulla torta le parti narrate da una voce d'eccezione, ma assolutamente a suo agio in questo mondo di creature notturne e malconce, ossia quella di Patricia Vanian dei Sisters Of Mercy.

Al loro secondo disco (il primo è "Eternity, In Your Arms" del 2017), i passi in avanti dei Creeper sono molteplici. Anzitutto la band di Southampton si è fatta più raffinata, sgrezzando non poco l'impasto chitarristico dell'esordio e giocando con molti elementi nuovi (disparate tastiere, fiati), poi non ha sbagliato una canzone - ciascuna delle tracce colpisce per un particolare dettaglio o ti lascia secco con il suo ritornello - infine sorprende la coerenza e la personalità con la quale i ragazzi hanno messo in piedi un vero e proprio mondo di adorabili e canticchianti reietti dei quali innamorarsi sin dal primo ascolto.

06/08/2020

Tracklist

  1. Hallelujah!
  2. Be My End
  3. Born Cold
  4. Cyanide
  5. Celestial Violence
  6. Annabelle
  7. Paradise
  8. Poisoned Heart
  9. Thorns of Love
  10. Four Years Ago
  11. Holy War
  12. Napalm Girls
  13. The Crown of Life
  14. Black Moon
  15. All My Friends (Hidden Track)


Creeper sul web