Max Clarke non teme il fascino languido della malinconia e l'affascinante mestizia dei tempi passati, c'è profumo di country e residui di rock'n'roll nei diciassette capitoli di "Nobody Lives Here Anymore", secondo capitolo sotto il moniker di Cut Worms, un mix di candore e genuinità che ha radici sia in Buddy Holly che in John Lennon e, perché no, Marshall Crenshaw.
Sulle orme degli Everly Brothers il cantautore di Brooklyn si diletta con armonie semplici e genuine, avvalendosi di collaboratori esperti, il produttore Matt Ross-Spang (Jason Isbell, Margo Price) e del supporto tecnico del leggendario studio di registrazione di Sam Phillips.
Clarke prende molto sul serio la sfida e il confronto con le gioie del folk-pop anni 60: alcune delle canzoni incluse in "Nobody Lives Here Anymore" hanno la stessa intensità di molti artefatti di autori blasonati (da Harry Nilsson a George Harrison, da Elvis Presley a Johnny Cash). Unico potenziale neo, l'abbondanza di canzoni che rischia di non riuscire a tenere salda l'attenzione. Settantasette minuti di old fashioned country non sono il menù preferito del pubblico rock; per fortuna, la forza narrativa dell'autore offre una versatilità sufficiente per non cadere nella noia e nella prevedibilità.
Il lieve accenno pop-psichedelico di "Looks Like Rain", il tono avvolgente e sapiente di "Last Words To A Refugee" e la più ambiziosa struttura melodica di "All The Roads" sottolineano la volontà del musicista di non ambire al solo ruolo di epigono, ma di voler affinare un linguaggio a lui caro.
Sarà per questa ragione che le varie assonanze non suonano mai inopportune: il romanticismo evocativo degli Everly Brothers di "Veteran's Day", l'ombra di Buddy Holly in "The Heat Is On", le contaminazioni British di "Always On My Mind", il fascino evergreen della soave "The Golden Sky" e il passo alla Elvis della delicata ballad "Walk With Me" superano brillantemente l'effetto deja-vu.
Comunque fino a quando Max Clarke e i suoi Cut Worms ci regaleranno spensierate delizie come "A Love So Fine" e intuizioni pop come "Won't Get It Right" nulla potrà esimerci da un ascolto più che fugace. Ovviamente astenersi sostenitori della musica militante e impegnata politicamente: questa è musica per sentimenti puri e schietti.
07/11/2020