De Ponti/ Moretti

Sinclasi

2020 (Dinzu Artefacts)
electroacoustic, experimental

Indagare nuove modalità di incontro per frantumare tracciati noti e sterilmente certi, ritrovandosi ad assaporare nuovamente la fertile possibilità dell’errore e dell’incertezza. Nato in occasione della trasposizione dal vivo di “Calce”, processo cristallizzato in una release digitale curata da Manyfeetunder, il sodalizio artistico che vede insieme Stefano De Ponti ed Elia Moretti giunge alla realizzazione del suo secondo capitolo per l’etichetta americana Dinzu Artefacts, proponendo un nuovo flusso che indaga criticamente i meccanismi odierni della produzione artistica tout court.

Rinunciando alla continuità per esplorare nuove intersezioni ed espandendo la propria visione attraverso l’inclusione attiva dei contributi dati dal regista teatrale Vojtěch Bárta e dalla videomaker Gabriella Denisi, il duo affronta questa nuova tappa condivisa scavando all’interno dell’animo e della materia, mirando alla costruzione di un arcano codice che possa decifrare i suoni del mondo circostante senza svelarne l’oscuro mistero.
Improvvisati frammenti, estratti da un’ampia e varia strumentazione e da oggetti risonanti auto-costruiti, si combinano e scontrano dando origine a un dinamico torrente sonico, che rinuncia al canovaccio per affidarsi interamente a una gestualità istintiva e libera da stringenti sovrastrutture. Da questo approccio deriva un aspro incedere di correnti elettroacustiche dall’andamento accidentato, che include la dissonanza quale fenomeno propositivo e l’intenso stupore dell’inatteso.

Concrete trame ipnoticamente pulsanti, diluite pause gravide di tensione latente che prediligono l’espandersi del riverbero e progressive impennate stridenti si alternano configurando una magnetica spirale in costante mutamento, riecheggiante quella viscerale compenetrazione tra uomo e natura che permea i versi di Dino Campana declamati da Bárta nel momento centrale di “Direzione”. Così come accade per i suoni, le parole vengono trattenute e rivitalizzate da un involontario spostamento di accento capace di renderle al tempo stesso nuove e familiari, contribuendo così alla definizione di un lessico mai interamente afferrabile eppure profondamente evocativo.

Volutamente privo di accurate rifiniture e offerto come instabile navigazione sensoriale, “Sinclasi” si sviluppa come affascinante e complessa peregrinazione in un ribollente mare di suono la cui compiutezza è affidata all’immaginazione di chi si accinge ad attraversarlo.

02/10/2020

Tracklist

  1. Inclinazione
  2. Direzione


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