Gesu no Kiwami Otome

Streaming, CD, Record

2020 (Warner Music Japan)
progressive pop, city pop, jazz-rap

Dopo l’exploit raggiunto con “Ryouseibai” nel 2016, i Gesu No Kiwami Otome sembrano essersi consolidati come una band indipendente dal fedele seguito, ma relegata a un pubblico decisamente più ristretto. Basti osservare il trend delle visualizzazioni su YouTube, scese dalle decine di milioni di “Watashi igai watashi ja nai no” o “Romance ga ariamaru” ai due-tre attuali, nel caso dei singoli più fortunati.
Pur essendo impegnato su numerosi progetti, ultimo dei quali i Genie High, allo stato attuale anche quello più di successo in Giappone, il leader Enon Katawami non smette comunque di dedicare sforzi alla sua creatura storicamente più fortunata. Nell’ultima prova si riscontra da un lato un generale alleggerimento del sound in chiave city pop o verso i lidi più raffinati del J-pop, dall’altro si vedono confermate tutte le stramberie armoniche e ritmiche figlie del progressive rock e lontane dalla più prevedibile weirdness di stampo nipponico.

Il ruolo di Katawami è sempre più quello di deus ex machina del progetto: compositore, produttore e arrangiatore delle canzoni ma meno presente come chitarrista e in parte anche come cantante, data la passione dell’artista per le vocalità femminili, siano esse un "doppio" della sua voce oppure sofisticati cori e armonizzazioni.
In questo modo prendono piede ancora più che in passato gli altri fenomenali musicisti, in special modo la tastierista Chan Mari e il bassista Kyujitsu Kacho. Alla prima viene concessa piena libertà di esprimersi come pianista, laddove in passato si era sempre alternata tra piano, organo e una vesta pletora di sintetizzatori. La minor varietà timbrica delle tastiere non inficia quella generale delle canzoni, dal momento che prosegue la tendenza inaugurata dal precedente "Suki nara towanai" di inserire archi - pizzicati o suonati con l’archetto in ensemble - e fiati, in particolare trombe. Troviamo così la tastierista prodursi nei suoi usuali fraseggi ora tipicamente orientali ora classici, che puntellano la melodia dando contemporaneamente sostegno al ritmo (“Himenai watashi”, “Doguman”, “Jinsei no hari”), in ouverture da concertista (“Kireininatte Citypopwo utao”), o in passaggi jazzistici suonati con Fender Rhodes (“Watashi igaimo watashi”).

Se l'estrosa batterista Hona Ikoka risulta generalmente più trattenuta e dietro le quinte rispetto alle precedenti prove, il basso, da sempre funambolico ed eclettico, assurge in maniera ancor più lampante a vero motore della musica dei Gesu. Possiamo così ascoltare gli indiavolati slap di Kacho nel ritornello di “Himenai Watashi”, le precisissime scariche di note in trentaduesimi di “Kireinatte”, i groove sincopati da perfetto bassista disco/funk di “Killer Ball wo mouichido”, le distorsioni aggressive in “Franchise obaachan”, ma anche il delicato e puntuale accompagnamento in episodi più distesi come le strofe di “Mitsutotooboe”.

Non mancano anche in “Streaming, Cd, Record” le scorribande rap di Katawami, sempre desideroso di piegare quanto più possibile la metrica ai suoi scioglilingua impossibili, né momenti liberatori, di puro progressive, memori delle prime prove del quartetto. Si pensi soprattutto a “Toumena arashi”, singolo uscito nel 2019 che ritrova una Ikoka sugli scudi tra rullate furenti, complessi incastri tra cassa, ride, tom e un incedere disco con hi-hat aperto, foriero di ansia, aspettativa, e particolarmente "in avanti" sul tempo della canzone. Non è solo la bella batterista a riprendersi la scena, ma anche la chitarra ritmica di Katawami torna a ringhiare distorta e spigolosa nell’imprevedibile break strumentale piazzato subito dopo il primo ritornello. Tre minuti e quarantanove semplicemente perfetti, dinamici, cervellotici, ma anche gioiosamente pop, come solo i Gesu No Kiwami Otome riescono a essere.

In definitiva, se c’è un difetto che si può trovare a un disco così tecnicamente ineccepibile, è forse quello di non aggiungere sostanzialmente nulla rispetto alle prove precedenti; si potrebbe leggere questo lavoro come il classico album della maturità e proprio per questo motivo apprezzarlo anche più di alcuni tra i precedenti, dove si preferiva una sperimentazione più "al buio". In effetti, a fronte di episodi come la conclusiva “Marka”, pop-jazz d’alta scuola che aggiorna la lezione di Tatsuro Yamashita all’estetica hip-hop/urban e a quella indie-pop, è difficile contraddire chi vede in “Streaming, CD, Record” il compimento di un percorso lungo ormai più di un lustro.

20/08/2020

Tracklist

  1. 人生の針 (Jinsei no hari)
  2. 私以外も私 (Watashi igaimo watashi)
  3. 秘めない私 (Himenai watashi)
  4. 綺麗になってシティーポップを歌おう (Kireininatte Citypop wo utaou)
  5. 哀愁感ゾンビ (Aishukan Zombie)
  6. ドグマン (Dogman)
  7. 問いかけはいつもためらうためにある (Toikakewaitsumo tamerautameniaru)
  8. 蜜と遠吠え (Mitsu to tooboe)
  9. 透明な嵐 (Toumeina arashi)
  10. フランチャイズおばあちゃん (Franchise obaachan)
  11. キラーボールをもう一度 (Killer Ball wo mouichido)
  12. マルカ (Marka)




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