James Elkington

Ever-Roving Eye

2020 (Paradise Of Bachelors)
alternative, folk, songwriter

All’approssimarsi del primo decennio di attività discografica, la carriera di James Elkington sembrava destinata a restare ai margini del sempre più ampio scenario folk moderno. Il chitarrista inglese, innamorato del sogno americano al punto da trasferirsi a Chicago, è stato prima leader degli Zincs, band molto vicina alle sonorità neo-folk dei Smog e con all’attivo tre album (tra i quali l’ottimo “Dimmer” del 2005), ha poi collaborato con musicisti di un certo rilievo (Jeff Tweedy, Richard Thompson, Steve Gunn, Tortoise), prima di incidere due album in compagnia di Nathan Salsburg (quest’ultimo conosciuto anche per la collaborazione con Joan Shelley).

Al primo appuntamento da solista, “Wintres Woma”, Elkington si è confermato chitarrista di notevole caratura tecnica e di estrema eleganza, pur mettendo insieme un album senza troppe pretese, incantevole ma troppo discreto per affondare nell’immaginario folk contemporaneo.
Per il nuovo progetto “Ever-Roving Eye”, l’artista volge lo sguardo alla patria Inghilterra, lasciando fluire con maggior convinzione le diverse fonti d’ispirazione.
Non solo gli Smiths (dei quali James ha inciso una versione strumentale di “Reel Around The Fountain” con Salsburg ), ma anche Lloyd Cole, Nick Drake e Go-Betweens riecheggiano con più convinzione nelle ambiziose creazioni di Elkington. 

Complessità e cura del dettaglio fortificano un folk dai toni surreali e variegati. Nello stesso tempo, la mai sopita passione per il jazz offre al musicista la possibilità di calibrare con maggior efficacia una vocalità non proprio eccelsa, che a qualcuno potrà ricordare perfino alcune cose di Neil Hannon o David Sylvian, a dar sostegno c’è inoltre la vellutata voce in background di Tamara Lindeman.
Che “Ever-Roving Eye” sia un album non del tutto prevedibile e consueto per il panorama cantautorale, è evidente soprattutto quando Elkington travalica i confini, pescando sonorità e cadenze in un periodo storico a lui caro, ma ben lontano dal riflusso neo-folk. La title track è il perfetto archetipo di questa trasgressione temporale, le cadenze psichedeliche e quasi orientaleggianti e l’atmosfera leggermente plumbea sono più affini alla new wave anni 80, al punto che il brano sembra un piacevole incrocio tra gli Echo & The Bunnymen e i Kula Shaker.

Elkington mette in fila l’intero scibile creativo con il quale si è finora rapportato, a partire dall’America folk-blues in “Nowhere Time” o quella figlia del rock’n’roll e della sua trasposizione cinematografica in “Late Jim’s Lament”, senza tralasciare quella sottile linea psichedelica che unisce i due fronti folk, nella giocosa “Sleeping Me Awake”. La natura British si manifesta invece nell’articolata raffinatezza del fingerpicking, motore propulsivo dell’incalzante e ipnotica “Rendlesham Way”, della descrittiva e barocca aria alla John Renbourn di “Moon Tempering” e della più rigorosa e austera ballata folk “Carousel”.
Ora eccentrica, ora più sotterranea, la musica di Elkington tiene salda l’attenzione grazie ad argute incursioni nel post-rock (“Much Master”), nonché al delizioso fraseggio jazz alla John Martyn di “Leopards Lay Down”, una sensuale e maestosa canzone dalle infinite sfumature poetiche, un affresco autunnale dai colori tenui, che raffinate architetture di fiati e archi muovono verso un minimalismo alt-folk, aprendo ulteriori frontiere per il futuro.

“Ever-Roving Eye” è senza dubbio uno degli ascolti più interessanti dell’attuale scenario cantautorale folk, un disco coraggioso e che va ben oltre le attese, una prova di maturità per il musicista inglese, un altro gioiellino da aggiungere alla lista di questo 2020.

19/04/2020

Tracklist

  1. Nowhere Time
  2. Sleeping Me Awake
  3. Leopards Lie Down
  4. Moon Tempering
  5. Rendlesham Way
  6. Late Jim's Lament
  7. Carousel
  8. Go Easy On October
  9. Ever-Roving Eye
  10. Much Master




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