Jason Isbell And The 400 Unit

Reunions

2020 (Southerneastern / Thirty Tigers)
americana, country, rock,

Prima o poi doveva accadere. Sinceramente non ho mai avuto dubbi sul fatto che il talento di Jason Isbell fosse una delle poche certezze del cantautorato americano degli ultimi anni (in buona compagnia di Sturgill Simpson, ovviamente); quello che mancava era però l’album perfetto per veicolarne tutte le qualità d’autore ma anche di musicista. Ed eccolo finalmente il tanto atteso stand out album del musicista nativo dell’Alabama: un progetto, “Reunions”, che annulla il divario ideologico tra country e rock, che da sempre tiene separato il mondo dei cantautori da quello della mistica rock’n’roll.

Non è un caso che Jason vanti tra gli amici ed estimatori un personaggio come David Crosby (qui presente come corista), uno dei musicisti americani che, insieme ad altri ben noti colleghi (i compagni di vecchia data Stephen Stills, Neil Young, Graham Nash nonché Tom Petty, Ryan Adams, Bruce Springsteen) è parte di quella schiera di artisti che hanno elevato il roots-rock americano a forma d’arte genuina e autentica.
Dopotutto Jason Isbell non è un autore di malinconico e a volte noioso bedroom-folk. Non perché le canzoni non nascano in momenti di relax e solitudine - anzi l’ex-Drive-By Truckers ama comporre nella tranquillità della sua camera da letto - ma tutto è concepito per una messa in opera più corale, ed è proprio la ricca elaborazione dei brani il punto a favore di “Reunions”.

Dieci canzoni, altrettanti spaccati della società contemporanea narrati da chi ha assistito al disgregarsi del concetto di politica come funzione sociale e ha vissuto sulla propria pelle l’incertezza dell’uomo moderno, lasciandosi alle spalle, non senza difficoltà, un passato da alcolista.
Il nuovo album di Isbell è il suo personale “What’s Going On”, il definitivo atto d’amore per la musica come espressione completa, fisica e mentale, ed è questo il significato del grido disperato e potenzialmente inesaudito di “What've I Done To Help” che, come un mantra rock-soul, apre questo nuovo racconto, affilando canto e accordi di chitarra senza bramare il conforto dell’ascoltatore.
Una volta entrati, non è facile venir fuori dall’intensa cascata di emozioni che l’artista dispensa con una grinta e una spiritualità che trasudano sangue, sudore e lacrime. Una musica che graffia l’anima senza tacere delle difficoltà quotidiane, come quelle raccontate nella travolgente “Overseas”, dove Jason mette al centro il non facile rapporto tra padre e figli.

Le canzoni di “Reunions” sono senza dubbio le più intense e potenti scritte dal musicista, ma questo non si traduce istantaneamente in un fascino più immediato: non è infatti un disco da ascoltare in sottofondo. Non potrebbe d’altronde esserlo, accogliendo al suo interno due dolorosi racconti sulla morte che sono peraltro tra le più belle canzoni mai scritte da Isbell. Le delicate sonorità alla Don McLean di “Only Children” sono dedicate a un amico del musicista scomparso di recente, mentre protagonista della straziante e profonda ballata alla Danny O’ Keefe “St. Peter's Autograph” è un amico della compagna di vita e d’arte Amanda Shires.
Il musicista non allenta mai la tensione, alternando una più muscolosa “Be Afraid” al raffinato country-blues alla Mark Knopfler di “Running With Our Eyes Closed” (dove riaffiora la paura e la sofferenza della morte). C’è spazio anche per due brani più tipici, che ridesteranno qualche sorriso nei fan più conservatori: al country’n’roll di “It Gets Easier” il musicista affida il ricordo delle sbronze e il racconto della fragilità umana, mentre sono più tipicamente acustiche le nuance di “Letting You Go” che Jason dedica all’amata compagna.

“Reunions” non è solo il disco degli affetti mancati e lontani, ma soprattutto il disco delle confessioni e della quotidianità. Il grazioso country-pop di “Dreamsicle” affronta la realtà del divorzio, mentre lo straordinario dialogo a più voci (piano, chitarra, violino, banjo e organo) di “River” racconta della voglia di fuggire dalla routine anche solo per riposare ai bordi di un fiume.
E’ un progetto che mette insieme ombre e dubbi con un puzzle di canzoni sincere e toccanti, che a molti potranno apparire come delle esternazioni buttate giù senza alcun calcolo o indugio emotivo; al contrario, le dieci tracce di “Reunions” sono mature e acute considerazioni sull’esistenza, personali e intime, ma nello stesso tempo universali.

Non abbiate paura se tra queste pagine musicali incontrerete una canzone che vi farà piangere o sorridere: dopo tanto grigiore, è bello tornare a sentirsi umani.

02/06/2020

Tracklist

  1. What've I Done To Help
  2. Dreamsicle
  3. Only Children
  4. Overseas
  5. Running With Our Eyes Closed
  6. River
  7. Be Afraid
  8. St. Peter's Autograph
  9. It Gets Easier
  10. Letting You Go








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