Lanterns On The Lake

Spook The Herd

2020 (Bella Union)
indie-pop, chamber rock

If I have to split every atom
Just to find a trace of you
That's what I'll do
I versi del ritornello del primo singolo estratto da "Spook The Herd", "Every Atom", esprimono programmaticamente l'idea che i Lanterns on the Lake hanno perseguito durante la scrittura e la registrazione del loro nuovo album. Ridotte all'osso le improvvise esplosioni post-rock di "Until The Colours Run" e le stratificazioni quasi orchestrali di "Beings", la band di Newcastle ha deciso di scarnificare il proprio sound, di spogliarlo da orpelli prescindibili e di partire così alla ricerca delle tracce più pure ed essenziali del proprio stile. Il risultato è un disco diretto, immediato, viscerale, in cui i vuoti e i pieni dialogano tra loro, in cui le dolci e malinconiche melodie orbitano attorno al nucleo strumentale delle canzoni, così come fanno gli elettroni nel modello atomico di Bohr.

I nove brani di "Spook The Herd" ripresentano l'impostazione pianistica di base che aveva già differenziato "Beings" dal suo predecessore. Su di essa si innestano i delicati arpeggi chitarristi di Paul Gregory e le partiture per archi suonati da Angela Chan: l'intreccio strumentale che ne risulta è esemplare nell'introduttiva "When It All Comes True". L'arrembante "Baddies" gioca sul contrasto tra una melodia snella e accattivante e un riff di chitarra più energico e corposo che irrompe sul finire del refrain, mentre "Every Atom" mostra un'interessante intuizione musicale dopo il ritornello citato precedentemente: un arpeggio limpido, ma leggermente dissonante, sembra proprio suggerire la scissione degli atomi cantata da Hazel Wilde.

Nel fulcro centrale del disco, costituito dalla riuscita accoppiata di "Blue Screen Beams" e "Before They Excavate", la speranza per un mondo migliore e la rassegnazione e la rabbia nei confronti nella situazione politica e climatica attuale si mescolano in un saliscendi emotivo impreziosito dalla sentita performance vocale della Wilde. Dal punto di vista musicale, la prima canzone di questo ideale dittico rievoca il chamber rock degli ultimi National, mentre la seconda, una delle migliori ballad mai scritte dal quintetto inglese, costruita su un mesto giro di piano, dimostra la maestria dei Lanterns on the Lake nella cura degli arrangiamenti e nella gestione delle dinamiche piano-forti.

Ai delicati arpeggi di "Swimming Lessons", divisa tra indie-pop e rimandi a Berninger e compagni, segue poi, purtroppo, un ultimo terzo di disco un po' sottotono. La ballata per pianoforte "Secrets & Medicine" e l'acustica "Fitting End", innervata da fremiti elettrici, si lasciano ascoltare piacevolmente, ma non riescono a colpire realmente nel profondo, così come non riesce a convincere appieno l'impennata energica di "This Is Not A Drill".
Sebbene questo trittico conclusivo non sia particolarmente memorabile, il ritorno discografico dei Lanterns on the Lake, a quasi cinque anni dal precedente lavoro in studio, testimonia l'ispirata fase creativa di una band sempre più matura, affiatata e sicura dei propri mezzi che sono sicuro incanterà il pubblico presente ai concerti del tour imminente.

10/03/2020

Tracklist

  1. When It All Comes True
  2. Baddies
  3. Every Atom
  4. Blue Screen Beams
  5. Before They Excavate
  6. Swimming Lessons
  7. Secrets & Medicine
  8. This Is Not A Drill
  9. A Fitting End




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