Moltheni

Senza eredità

2020 (La Tempesta)
alt-pop, songwriter

Un giorno del 2009 Umberto Maria Giardini decise di ritirare dalle scene il personaggio Moltheni, per sostituirlo con un altro nuovo di zecca, al quale diede il suo vero nome, continuando a produrre album di grande valore, nonostante la presenza di una discontinuità anche stilistica. Poi, all’improvviso, giusto dieci anni più tardi, la decisione di recuperare parte del materiale rimasto inedito da quella virtuosa avventura giovanile, opportunamente rivisitato con cura e attenzione artigianale. Tutto ri-registrato all’alba del 2020, con la presumibile prospettiva – poi naufragata nell'immediato - di portare i frutti di questo lavoro in tour, per proporli accanto al repertorio storico.

Il risultato è “Senza eredità”, un disco dal sapore “antico”, ma sospeso in una sorta di bolla atemporale che lo fa percepire come senza età. Un solo brano è stato composto di recente, “La mia libertà”, posto come programmatico proclama a inizio scaletta. Il resto è riemerso dagli archivi di Francesco Virlinzi (grazie all’opera di certosina ricerca compiuta dalla madre del produttore, prematuramente scomparso) e di Massimo Roccaforte, il chitarrista storico di Carmen Consoli. Fra i musicisti coinvolti nell’operazione, spiccano le prestigiose collaborazioni di Riccardo Tesio, Egle Sommacal e Carmelo Pipitone, oltre che dello stesso Roccaforte.

Alcune di queste canzoni avevano trovato forma compiuta già all’epoca, tanto che (è il caso di “Ieri”) vennero persino suonate dal vivo durante l’ultimo tour a nome Moltheni, per poi essere accantonate in favore di soluzioni che – secondo la visione del cantautore - meglio si sposavano con la nuova estetica ricercata. Dentro ci ritroviamo molto del Moltheni più introspettivo, specie nelle tracce acustiche, dove Umberto dimostra di aver mandato a memoria la lezione dei grandi songwriter folk, facendola propria, per produrre trame in grado di scavare nell’animo, lasciando profonde cicatrici. E’ il caso di “Estate 1983”, “Sai mantenere un segreto?” e “Tutte quelle cose che non ho fatto in tempo a dirti”, molto efficace nella sua estrema semplicità.

In altri frangenti apprezziamo la dinamica e l’elettricità, specie in “Il quinto malumore” (in Rete ne troverete vecchie versioni live), episodio che farà la gioia dei fan della prima ora, quelli che adorarono una scrittura e un registro vocale in grado di mantenersi in prodigioso equilibrio fra la Consoli e gli Afterhours. Su tutto si stende quel velo di malinconia che quasi fa male, tipico di tutti i periodi della carriera di Umberto Maria Giardini. Dopo la parentesi più “rock” dell’ottimo “Forma Mentis”, “Senza eredità” rappresenta una nuova coraggiosa ricerca del cambiamento, all’interno di un percorso artistico contrassegnato da una sensibilità e una bellezza davvero rare.

17/12/2020

Tracklist

  1. La mia libertà
  2. Ieri
  3. Estate 1983
  4. Se puoi, ardi per me
  5. Il quinto malumore
  6. Ester
  7. Nere geometrie paterne
  8. Spavaldo
  9. Sai mantenere un segreto?
  10. Me di fronte a noi
  11. Tutte quelle cose che non ho fatto in tempo a dirti

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