Non Voglio Che Clara

Non Voglio Che Clara furono una di quelle band sbocciate, ormai una quindicina d'anni fa, sulla spinta del baustellismo all'epoca dilagante. I primi dischi di Bianconi e soci segnarono in maniera profonda quella generazione di ascoltatori e, conseguentemente, di giovani musicisti. Furono molti a mettersi in scia, ma pochi oggi sono sopravvissuti, anche perché mentre i Baustelle son stati poi capaci di muoversi verso direzioni diverse, non di rado gli inseguitori hanno continuato a replicarne i primi dischi, senza sviluppare peculiarità personali in grado di sdoganarli dal modello di riferimento.

Dei Non Voglio Che Clara avevamo perso le tracce, nonostante quattro album che lasciavano ben sperare e un seguito di fan ed estimatori che stava divenendo via via sempre più numeroso. Dopo sei lunghi anni di assenza, il quartetto bellunese torna in pista con quello che viene annunciato come il primo di due volumi già pianificati. Sin dal primo singolo diffuso, "La Croazia", alcune soluzioni musicali si rivelano particolarmente riuscite, come la chitarra acustica intersecata in quei beat che costruiscono un'atmosfera da tramonto balearico. Il resto di "Superspleen Vol. 1" scorre altrettanto bene, con la band in grado di tirar fuori il meglio nei frangenti più malinconici.

Si snodano racconti densi di storie e personaggi, un po' alla Venditti di "Sotto il segno dei Pesci": "Fiori del Male", foglie d'erba, pistole, ragazze che d'estate non si fidanzano quasi mai, lettere d'amore bruciate o accartocciate, coriandoli fatti con pezzi di scontrini d'autogrill lanciati fuori dai finestrini, rapporti coniugali ormai alla deriva. C'è sempre tanto Bianconi, sia nella modalità di gestire gli aspetti testuali, sia nelle atmosfere, sovente retro ("Epica Omerica") o con riferimenti a certa soft disco anni 80 ("La Streisand"). Piccole grandi storie narrate col cuore, nelle quali non sempre è previsto il lieto fine, e questo, in fondo, non ci dispiace affatto.

28/02/2020