Opera Nera

Land Of Salvation

2020 (Uselesslabel)
metal, hard rock, prog

Imbattersi in un genere mediamente distante dalle proprie corsie preferenziali implica percorrere un tracciato che potrebbe tanto assumere la traiettoria beffarda di un boomerang quanto condurre verso panorami insoliti. La curiosità, del resto, è un’arma a doppio taglio. Eppure, l’ascolto di “Land Of Salvation” degli Opera Nera riporta a galla una fascinazione sepolta in chi bazzica da anni tutt’altri lidi, riaccendendo la passione per quella cosa gigante e mutante chiamata metal. Al netto di tutte le distanze del momento, il neurone con l’informazione giusta e il ricordo perduto è sempre dietro l'angolo e pronto a stupire. E basterebbe l’open track “Feeding The Wolves” per ravvivare un sentimento in fondo mai sopito, soprattutto quando spuntano collegamenti strumentali "inediti", a tratti vicini ai Jane’s Addiction quanto ai putativi Anthrax.

Il basso in “Save Me” e le chitarre alternate a una danza esotica sono appunto "nostalgia canaglia" della migliore specie, insomma mai invasiva e autoindulgente, calibrata inoltre con parsimonia e l’orecchio lungo del musicista navigato. Gli Opera Nera sono infatti dei maestri. Alcuni esempi? Il bassista del gruppo Alessandro Pacella è il fondatore storico dei mitici Loadstar, band attiva fin dalla prima metà dei lontanissimi 80. Mentre l'ospite, il cantante Tiziano Spigno, ha inciso con i Lucky Bastardz e nel 2017 è entrato a far parte degli EXTREMA, storica band meneghina di stampo thrash-metal. Il gruppo ha recentemente musicato anche "Nosferatu", il capolavoro di Murnau, per un’ora e mezza di musica totalmente inedita.

Paralleli e ricordi utili per quantificare le linee guida di un cammino tutt’altro che abituale, e per mandare al diavolo un approccio oggi sempre più inspiegabilmente distaccato quando si parla di mero hard-rock.
In "Land Of Salvation", non mancano tempi dispari, improvvisi cambi di direzione, assoli epici, variazioni di stampo prog, riff assassini e diretti. Tutto è orchestrato senza sbavature, con parole che comunicano riscatto e dannazioni da frantumare. Una formula che tiene a bada perfino la fatidica idiosincrasia nei confronti del virtuosismo piacione. Gli Opera Nera non usano la loro formidabile tecnica per catalizzare l'attenzione dei novizi del genere. Hanno la barba bianca, sanno il fatto loro e se ne fregano bellamente dei fuochi artificiali sparati in alto solo per fare scena. Suonano da Dio e spaziano da un umore all’altro con stile, senza compromessi di sorta.

Misantropi del metal, direbbero i puristi. Artigiani veri dell’hard rock, replicherebbero i puri di cuore. Bivi possibili di un'opera articolata con estro, che sa essere anche profonda nei momenti di quiete. Merce rara e per diversi aspetti salvifica, in un’epoca che ha quasi dimenticato la semplicità delle intuizioni melodiche di un modello rock sempre più bistrattato dai neofiti del postmoderno (salvo commiati social del giorno) e, al contrario, difeso fin troppe volte con i paraocchi dai nostalgici dei tempi andati.

09/10/2020

Tracklist

  1. Feeding The Wolves
  2. Wrong
  3. In The Salvation Land Of Her Breast
  4. Save Me
  5. Suburbia Messiah
  6. Trees

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