Shygirl

ALIAS

2020 (Because)
club-rap

Non esiste regola che stabilisca cos'è che dà a una canzone la giusta carica per risultare aggressiva ma galvanizzante - ognuno di noi ha le proprie valvole di sfogo e il proprio modo per intenderle, anche a seconda del contesto in cui ci si trova. Ma la musica della rapper Shygirl, di provenienza dal profondo sud di Londra, ci va dannatamente vicina; il suo stile si pone in esatta antitesi al southern hip-hop da strip club che va per la maggiore in America tramite Cardi B e Megan Thee Stallion, eppure, paradossalmente, risulta cento volte più sordido, sporco ed efficace.
Il punto è che, mentre di là dall'Atlantico continuano ad abbaiare come cani sciolti, Shygirl per dire la sua deve appena increspare le labbra; "ALIAS" è fatto di palleggianti basi electro, un bovino sguardo fisso che ti squadra con un'occhiata annoiata, e un felpatissimo flow dalla forte cadenza di città, che impacchetta e lubrifica volgarità assortite e poi te le infila giù per le orecchie - gli inglesi dicono deadpan, parola bellissima e ben più ricca di sfumature del nostro corrispettivo italiano "impassibile".
 
Assieme all'amico e collaboratore di lunga data Sega Bodega, e con la presenza occasionale di SOPHIE, Happa, Oscar Scheller e Karma Kid, "ALIAS" prende quota tramite una serie di vischiose basi che cangiano da techno a dance e garage. I quattro alias ideati dall'autrice - Baddie, Bonk, Bovine e Bae - si alternano lungo il lavoro, ma non è tanto questione di personalità spiccatamente diverse quanto di sensazioni a pelle. Shygirl non offre ulteriori distinzioni, rimane piuttosto l'arrapata spaccona di sempre, pronta a raccontare i personaggi della notte ed espletare le proprie voglie nei modi più buffi e sordidi, al punto da far sembrare romantico un incontro su Grindr alle tre di notte.
Il segreto del lavoro sta nel dispensare ironia a pacchi; basti sentire pezzi come il gommoso bass di "SLIME" e le orgasmiche bastonate elettroniche di "FREAK" che sfociano in un serratissimo beat. Irresistibili sia "TASTY", con i suoi aleatori tocchi caraibici, che il finale di "SIREN", lampeggiante come i pantaloni al neon dell'eurodance anni 90.
Davvero scabrosa, però, "TWELVE", un testo che, per ammissione della stessa autrice, osserva i comportamenti di certi uomini adulti che fanno il filo alle ragazzine troppo giovani, disotterando una ben più seria problematica sociale che affligge anche gli ambienti - online e non - nei quali è cresciuta la stessa Shygirl.

"ALIAS" sfoga quindi tutti i suoi demoni in appena sette tracce, e forse è anche meglio così. Nonostante la voglia di provare un album intero sia sempre tanta, per il momento il formato breve giova alla causa, dà all'autrice il medium ideale per montare un ascolto trascinante e coinvolgente ma comunque troppo snello per venire a noia.
Con Azealia Banks ormai bruciata fuori dai giochi discografici per sua stessa idiotissima mano, lo scettro di shit talker dell'anno è passato prima a Zebra Katz e adesso a Shygirl e un "ALIAS" che, di questi tempi, è più necessario dell'ossigeno. C'è un bisogno quasi fisico, che parte dalle viscere e sale su come un ceffone in viso: è il bisogno di uscire di casa e andare a strascico nei club, mentre lei, sguardo deadpan da dietro alla console, irrora la folla con le sue stronzate in prosa. Volgare, scomoda e anche di cattivo gusto? Tantissimo, ma, a patto che sia tutto legale, dopo un anno come il 2020 ognuno ha il diritto di sfogarsi come meglio crede.

02/12/2020

Tracklist

  1. TWELVE
  2. SLIME
  3. FREAK
  4. TASTY
  5. LENG
  6. BAWDY
  7. SIREN




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