Sotomayor

Origenes

2020 (Wonderwheel)
cumbia digitale, dance, latin-folk

Che bella espressione melting pot, vero? Un perfetto escamotage letterario da lanciare nel mezzo ogniqualvolta ci si trovi di fronte a un'espressione culturale ricca di spunti e di variegati riferimenti meticci. Se parliamo di musica, melting pot è il modo migliore per descrivere le sgargianti sonorità pan-latine di questo "Origenes": una chicha elettronica fortemente sampledelica, sorretta da ritmiche di afrobeat e di dancehall intinte nella rumba e nel merengue, con carezze di chitarre acustiche, percussioni in pelle e frizzanti blip digitali. 

Gli intenti comunicativi del terzo album di studio dei fratelli Raúl e Paulina Sotomayor sono chiari sin dalla curiosa foto di copertina e dallo sgargiante videoclip che accompagna il trascinante singolo "Menéate pa' mi": creare un cocktail bizzarro ma inebriante, dedicato tanto alla cura etnografica di antiche tradizioni folkloristiche quanto al consumo di una pista da ballo dalle sensibilità terzomondiste. In cabina di regia assieme ai Sotomayor figura anche Eduardo Cabra, meglio noto come Visitante e membro dei Calle 13 assieme al fratellastro Residente.
 
La cosa migliore da fare è lasciarsi andare con l'ascolto; si pestano i piedi a ritmo col trittico d'apertura "Nunca es tardes", "Lo que tu quieres de mi" e "Tu cuerpo y el mio", tutti momenti da ballo tanto seducenti per le gambe quanto dolcemente sensuali per il cuore grazie alla delicate interpretazioni vocali di Paulina. Con "Sin control" il beat vira una sorta di electro-dance più hipster, come se Hot Chip e TEED si smarrissero senza bussola per le strade di Porto Rico, mentre sull'irresistibile "Quema" vapori di synth-pop e di coldwave fanno da contorno a un'ipnotica filastrocca a cavallo tra rumba e attitudine hip-hop. Raúl e Visitante si destreggiano tra piatti e percussioni con una professionalità che non smarrisce mai il senso del divertimento e dell'avventura.
"Esta vez" ed "Ella" rallentano comunque il ritmo, donando al disco un paio di momenti dal più pacato respiro, come una dancehall che ondeggia sul mare illuminato dal chiar di Luna.
 
Manca forse a "Origenes" quel taglio cantautoriale in grado di far risaltare al meglio la scrittura dei pezzi di estrazione folk, mentre magari in certi frangenti la brevità del minutaggio non dà sempre modo al beat di svilupparsi fino in fondo per un più largo sfogo in pista. 
Ma è altresì vero che il dancefloor dell'anno 2020 è stato più un luogo per la mente che non per il corpo, e in questo preciso spaccato emotivo "Origenes" trova una collocazione alquanto curiosa: colorato e danzante ma tessuto su solide trame secolari, gioiosamente elettronico ma rivestito di partiture acustiche di varia estrazione etnica - un disco, insomma, capace di comunicare su più fronti. Faccia fede un brano come "Despierta", che palleggia con convinzione su un ritmo da ballo ma allo stesso tempo si decora di nostalgiche chiatarrine alla Inti-Illimani e di lievi filamenti di tastiera dal gusto sci-fi.
Saranno anche solo "Origenes", ma in frangenti come questi i fratelli Sotomayor sembrano piuttosto guardare molto in avanti.

31/12/2020

Tracklist

  1. Nunca es tarde
  2. Lo que tu quieras de mi
  3. Tu cuerpo y el mio
  4. Sin control
  5. Quema
  6. Despierta
  7. Esta vez
  8. Menéate pa' mi
  9. Latin History Month
  10. Ella




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