La storia di una band-cardine dell'acclamata scena britpop innescatasi nella prima metà degli anni 90 si aggiorna con il tagliente album dal vivo "Live On Other Planets", richiamando il titolo del quarto album che i Supergrass pubblicarono nel 2002.
Preceduto di qualche mese dalla retrospettiva "The Strange Ones 1994-2008", il disco è la testimonianza dell'impetuoso e breve reunion tour iniziato nel corso dei primi mesi del 2020, forzatamente interrotto a causa della pandemia e organizzato sia per festeggiare il venticinquesimo anniversario del premiato album di debutto "I Should Coco", che, ironicamente, per celebrare i dieci anni dallo scioglimento ufficiale del sodalizio.
La band di Oxford, capitanata da Gaz Coombes, appare coesa e in grande spolvero, come se gli anni passati su vari percorsi individuali non fossero mai esistiti.
Dalla prima all'ultima nota della scaletta inserita in questo documento live i suoni scorrono fluidi, senza lasciare spazio ad alcuna perdita di energia e freschezza.
Il repertorio copre tutto il variegato scenario che il quartetto inglese ha prodotto nel corso dell'interessante e forse troppo sottovalutata carriera, partito con l'irruenza e la sfacciataggine degli esordi per poi trasformarsi ed evolversi su scenari molto più complessi e talvolta sperimentali.
Si passa dall'impertinente e celebre inno giovanile "Alright" alle sonorità zappiane e psichedeliche di "Going Out" e "In It For The Money", per non dimenticare i virgulti hard-rock di "Lenny" e soprattutto di "Richard III", caratterizzata dai graffianti riff di Gaz all'elettrica e dal sontuoso Danny Goffey che, con la sua batteria, sale in cattedra in modo dirompente. C'è spazio anche per il doloroso blues di "Time" e per la convincente "Rebel In You", che grazie alle oscure trame al basso sviluppate da Mick Quinn suona ancor più convincente che nella versione di studio.
Ma è il trittico "Mary", "Moving", "Pumping On Your Stereo", proveniente dall'omonimo terzo album in studio del 1999, che monopolizza l'intera collezione; una fiammeggiante istantanea che mostra la rara capacità dei Supergrass nel fondere melodie accattivanti, qualità d'esecuzione e personalità.
Il set, dopo aver presentato altre hit obbligatorie come "Sun Hits The Sky" e "Grace", impreziosita dalle scoppiettanti tastiere di Rob Coombes, termina, com'è consuetudine negli spettacoli dal vivo, con i frenetici fraseggi di "Caught By The Fuzz", autentico e storico manifesto dei primordi.
Pubblicato in digitale, doppio vinile e triplo cd, quest'ultimo con l'aggiunta di un'ulteriore esibizione tenutasi lo scorso agosto a Oxford, "Live On Other Planets" è una magnifica raccolta live che documenta e conferma il grande spessore e l'invidiabile forma di una delle migliori espressioni sbocciate nel corso della cosiddetta nuova ondata britannica.
29/12/2020