Thecodontion

Supercontinent

2020 (I, Voidhanger)
death-metal, black-metal, post-metal

Il progetto Thecodontion è una delle stravaganze del metal nostrano, di quelle che trovano poche o nessuna corrispondenza nella scena internazionale (i canadesi Antediluvian, inattivi dal 2012?). Il compatto duo romano propone un fangoso, martellante e creativo death-metal a tema preistorico che unisce chiari riferimenti black e post-metal a una colorita fascinazione primitiva. Per l'esordio "Supercontinent" si sceglie un fil rouge geologico, che porta a esplorare i continenti trapassati.

G.E.F., ovvero Giuseppe Emanuele Frisone aka Heliogabalus, e G.D., ovvero Giuseppe D'Adiutorio aka Stilgar, hanno preso una scelta coraggiosa, per una band dall'ossatura squisitamente metal: rinunciano (quasi completamente) alle chitarre, preferendo una coppia di bassi distorti fingerpicked, più un terzo basso per gli assoli. Il ringhio malvagio di Frisone, spesso fra Kreator e Bathory ma con puntate di growl mostruoso, conferisce una patina marcia, bellicosa e bastarda all'insieme, mentre la batteria si divide fra tribale e furioso. Di primo impatto, ci si aspetta un'opera violenta e strampalata, ma fra gli eccentrici spunti di death-metal preistorico emergono numerosi momenti di sorprendente fantasia compositiva. Dopo una partenza abbastanza convenzionale, post-metal ("Gyrosia") e black-thrash-death ("Vaalbara"), "Ur" sprofonda in un asfissiante death-doom con aperture psych, proseguite nel furioso death preistorico e tribale di "Kenorland" o nell'assordante e irrequieta "Nuna", che mette gli Zu al servizio dell'estremismo metallico. Una dimensione visionaria alla quale si affiancano un istinto kraut-rock per il ritmo ("Lerova"), un'apertura al post-metal atmosferico (la troppo breve "Tethys", la vena dark e siderale di "Panthalassa") e un colossale momento di primitivismo metallico come "Pangea", che suona preistorica e viscerale senza sconsacrare lo slancio ritualistico, suggestivo e immaginifico che pure attraversa l'album.

È un album curioso, "Supercontinent", che può facilmente interessare anche gli ascoltatori onnivori, non necessariamente votati monomanicalmente al metal. Trova dei limiti di ambizione, quando riduce gli sviluppi possibili a semplici bozze, o quando non dà spazio alla componente più sottile e intangibile della proposta musicale, preferendo ben rodate esplosioni fragorose e accelerazioni devastanti già esplorate nei precedenti - e trascurabili - demo "Thecodontia" (2018) ed Ep "Jurassic" (2019). È comunque sufficiente a porre i romani Thecodontion sulla mappa del nuovo metal nostrano, un microcosmo fertile che compensa qualche immaturità e ingenuità con idee e progetti carismatici come questo.

07/09/2020

Tracklist

  1. Gyrosia
  2. Vaalbara
  3. Ur
  4. Kenorland
  5. Lerova
  6. Nuna
  7. Rodinia
  8. Tethys
  9. Laurasia-Gondwana
  10. Pangaea
  11. Panthalassa

Thecodontion sul web