L’ormai settantatreenne Alice Cooper non sembra avere alcuna voglia di arrendersi alla feroce dittatura del tempo, sia da solista che nella sua collaborazione con la band dell’attore Johnny Depp, gli Hollywood Vampires. La sua carriera caratterizzata da un mix riuscito di horror truculento, splatter e ironia, ha ovviamente trovato il suo culmine un bel po’ di anni fa, ma anche nelle recenti pubblicazioni come “Detroit Stories” - dedicato alla sua città d'origine - non si può negare almeno il pregio della coerenza.
Sarebbe stupido attendersi da un Lp di Alice Cooper del 2021 qualcosa di memorabile e infatti i quindici brani dell'album non sono altro che un minestrone ipernostalgico di tutto il rock anni 60-70. Coerenza e prevedibilità coincidono, con un buona produzione (Bob Ezrin), dosi inesauribili di mestiere e un senso di anacronismo inevitabile. Un album che sarebbe stato vecchio negli anni 70, preistorico negli anni 80 e persino inimmaginabile negli anni 90. Oggi, forse, come opera di puro revival di un grande del rock che cerca di chiudere una carriera straordinaria, potrebbe risultare dignitoso e persino piacevole in vari tratti.
In questo grande calderone c’è di tutto, dalla cover tratta da uno degli album meno celebrati dei Velvet Underground (“Loaded” e il brano “Rock‘n’Roll”), al punk in stile Ramones (“Go Man Go”), al blues autobiografico riciclato (“Drunk And Love”), a tonnellate di rock’n’roll fino addirittura a un ballata da figli dei fiori con potenzialità da hit (“Our Love Will Change The World”). Il brano scelto come singolo è invece "Social Debris", un hard-rock carico di elettricità con un video in cui Cooper appare vitale e in piena forma.
Tutto vecchissimo e tutto già sentito mille volte, ma da un immortale come Alice Cooper cos'altro potremmo aspettarci?
12/03/2021