Camilla Munck

Aeon

2021 (Moondrop)
goth-folk, dark, trip-hop

Una natura glaciale, paesaggi incantati, lande fredde e misteriose, ambientazioni medievali e a tinte fosche: la Danimarca, fronte culturale e musicale ricco di rimandi onirici e arcaici, è un mondo sospeso tra le tenebre e il riflesso della luce tra alberi spogli e vacue distese.
Camilla Munck non è un nome nuovo del microcosmo musicale danese, avendo già fatto parte della band dei Wynona e, in compagnia della sorella Marie-Lousie Munck (membro degli Antenne e autrice dell’ottimo album solista “Moon Dogs”), degli Amstrong.
“Aeon” è il suo primo progetto autonomo (nel 2004 ha collaborato con Moogie Johnson per l’album “Unlike You”), un disco che non contraddice nessuno dei presupposti culturali sopracitati, conciliando altresì quelle tribolazioni trip-hop, dark e neofolk che hanno caratterizzato molte band della scena danese. Munck si districa con un’agilità vocale interessante tra atmosfere dark-gothic, residui soul e ritmi trip-hop, con una passionalità alla Beth Gibbons e un’incisività timbrica alla Annie Lennox.

A dispetto della familiarità degli elementi messi in gioco, “Aeon” presenta più di un motivo d’interesse grazie all’imprevedibilità degli arrangiamenti, a partire dal singolo “Dear Is Both Too Loving And Informal“, che su un groove trip-hop intercetta toni drammatici e struggenti e squarci vocali taglienti, che padroneggiano un’atmosfera altrimenti cupa e ossessiva.
La prima traccia “Slow Me Down” funge da collaudo per il robusto corpo sonoro, tra accenni drum’n’bass e noise che intercettano un tessuto di tastiere che cresce fino a creare, con l’aiuto del piano, una surreale orchestra dark che precipita improvvisamente nelle oscurità più profonde lasciando alla voce penetrante di Camilla il ruolo di maliarda.
Parimenti impenetrabile è l’algida e lancinante “Alice Springs”, sorretta da un’interpretazione vocale di rara intensità, struggente e sospesa in un limbo emotivo che gronda lacrime aride, per poi deflagrare in un potente mantra rock declamato con una poetica intrisa di sangue, alla maniera della prima Patti Smith.

L’imponderabilità caratterizza ognuno degli otto episodi. Il soul/trip-hop alla Portishead di “Blessed Be” cresce con modalità cinematiche alquanto familiari aprendo le porte al refrain più romantico dell’album, ma prima di lasciare la scena Camilla Munck trova spazio tra le minuscole crepe strumentali, cambiando registro con un’alternanza di sentimenti (paura e coraggio, amore e odio) che incanta. Un prodigio che si ripete nell’ancor più estatico soul tinto di nero di “Destruction”.
Più ambiziosi sono i contrappunti vocali e le divagazioni che duellano con sparuti accordi di synth e incursioni ritmiche fuori tono, che Camilla domina con prodigiosa alterigia vocale nella criptica “Oma”, prima di imbattersi in un ruggente romanticismo d’antan che si fa strada tra perigliose e cupe sonorità pulsanti in “Fight”, un brano che  eleva il tasso cinematico dell’album alla maniera di Werner Herzog, sposando lo spirito letterario con un ruggito sonoro ricco di presagi e angosce.
L'ultimo atto è “The Ocean”: entra con fare soffuso e con poche note di piano che spogliano la voce dall’enfasi e dalle tonalità più profonde, lasciando che il canto si elevi con cantilene struggenti simili al canto delle sirene, sfumando verso una spiritualità pagana affidata a un solenne e gotico coro maschile.

Con “Aeon”, Camilla Munck raggiunge una maturità espressiva e artistica che merita attenzione e discernimento. Un altro raffinato capitolo del sempre interessante panorama musicale danese.

02/11/2021

Tracklist

  1. Slow Me Down
  2. Dear Is Both Too Loving And Informal 
  3. Blessed Be 
  4. Alice Springs
  5. Destruction 
  6. Oma 
  7. Fight
  8. The Ocean


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