Finzioni moderne, come nel celebre romanzo di Virginia Woolf: questo ci dicono che troveremo i Ducks Ltd. nel loro effervescente esordio. Il duo di base a Toronto arriva a questa prima prova sulla “lunga” distanza (il lavoro dura meno di trenta minuti) dopo alcuni Ep ("Get Bleak" in particolare) accolti favorevolmente e continua a proporre il suo brillante jangle-pop memore di stagioni leggendarie dell’indie-rock, dai giorni di gloria della Sarah Records a quelli della sempre verde Flying Nun.
Proprio nel loro stile musicale, più che nei contenuti dei testi, risiede allora la finzione del titolo. Tutto già sentito, vero, ma i Ducks Ltd. ci consegnano un lavoro vitale che diventa sempre più contagioso con il passare degli ascolti.
I riferimenti di Tom Mcreevy (voce, chitarra, basso e tastiere) ed Evan Lewis (chitarre, basso,
drum programming) sono chiari per loro stessa ammissione: tra i maestri citati dai due, infatti, troviamo
Felt,
Television Personalities,
Bats,
The Chills,
The Clean, ma il rimando più netto è sicuramente quello ai mai dimenticati
The Go-Betweens, con cui Lewis condivide anche la terra natale.
Il lavoro è quindi pieno di
hit istantanee, chitarre da
C86 e ritmi costantemente incalzanti. Lo spirito del disco sembra giocoso e a tratti danzante ma ogni pezzo nasconde tra le righe anche un velo di malinconia e romanticismo, classici del college rock.
“How Lonely Are You?” apre l’album e ne detta totalmente le coordinate, presentandosi subito come uno dei pezzi migliori del lotto e mostrando qualche debito nei confronti dei primissimi
Vampire Weekend. “18 Cigarettes” non cambia marcia: scelta come singolo di punta, probabilmente si rivelerà uno degli assi vincenti della giovane formazione, anche senza presentare dettagli particolari.
L’andazzo e la melodia di “Under the Rolling Moon” hanno qualcosa a che fare con la “Thunderbolt” di
Jake Bugg, mentre “Always There” ci rivela qualche gustosa inclinazione
wave sul versante
Cure-
Smiths.
Nel mezzo trova spazio anche un piccolo momento strumentale, “Patience Wearing Thin”, che a dire il vero non sembra avere particolari meriti, dato che non viene sfruttato nemmeno come momento per rifiatare tra una corsa power pop e l’altra, ma mantiene le stesse dinamiche e gli stessi stilemi degli altri pezzi.
Il primo passo dei Ducks Ltd. si rivela quindi compiuto a metà. Se infatti il disco si dimostra molto divertente e fa venire voglia di ascoltarlo più volte, la mancanza di varietà di soluzioni e di scrittura rende le canzoni spesso difficili da distinguere tra loro. La breve durata del disco aiuta sicuramente ad apprezzarlo molto anche così com’è, senza porsi troppe questioni, ma vedendo che il talento pop dei due giovani è indubbio, si è spinti a pensare che il meglio debba ancora venire, e che con un po’ di coraggio in più possano spingersi ben oltre questo scoppiettante esordio.
13/12/2021