Kishi Bashi

Emigrant Ep

2021 (Joyful Noise)
alt-country, pop

Con l’Ep “Emigrant”, Kaoru Ishibashi, in arte Kishi Bashi, torna a raccontare degli eventi storici traumatici che videro protagonisti oltre 100.000 giapponesi, costretti nei campi di concentramento creati da Roosevelt dopo gli accadimenti di Pearl Harbour.  Compendio del precedente “Omoiyari”, il mini-album sposta l’asse sonoro verso toni roots e folk; l’elettronica è accantonata per una curiosa ed emblematica svolta stilistica. Kishi Bashi entra nel complesso meccanismo culturale dell’emigrazione, discorrendo di orgoglio e sopravvivenza, di emarginazione e memoria storica, elementi di dualismo dialettico che appartengono a una generazione di sopravvissuti che non rinuncia alla propria identità.

Il violino diventa dunque elemento di dialogo, strumento della tradizione occidentale che Bashi mette al servizio di un viaggio nella tradizione americana, associando il suono del banjo e accordi di fingerpicking con la stessa sapienza di un vecchio cowboy. Il fronte sonoro concepito da Bashi per accompagnare il progetto “Omoiyari”, evolutosi da album di canzoni a film-documentario, si arricchisce quindi di nuove pagine, ogni brano offre spunti di riflessione e nuove prospettive dialettiche, a partire dalla traccia d’apertura “Cascades”, un delizioso country stile Laurel Canyon, con banjo, chitarra, intrecci vocali e batteria spazzolata, che detta le coordinate di “Emigrant”.

L’abbraccio culturale si consolida con la cover di un brano di Dolly Parton (“Early Morning Breeze”), un’idilliaca e romantica ballata che per i fan del musicista rappresenta uno schiaffo creativo non facile da digerire. Per fortuna il piglio armonico di Bashi, unito al costante pizzicare delle corde delle chitarre acustiche e al raffinato suono del violino, continua ad elargire piccoli gioiellini folk-pop (la vivace “Wait For Springtime” e la più malinconica “Those Days Are Gone”), mentre un’altra cover (“Laughing With” di Regina Spektor) e la più articolata e lunga “Town Of Pray” assecondano senza particolari spunti sonori le esigenze narrative dell’artista.

La diaspora del popolo giapponese in America è senza dubbio una pagina storica ancora poco nota, in parte irrisolta per la natura indolente del popolo nipponico, la stessa indolenza che attenua lo slancio creativo del mini-album di Kishi Bashi. “Emigrant” è un album delicato come una brezza, un progetto di un artista in cerca della propria identità culturale e storica; un disco che apre nuove prospettive e che nello stesso tempo resta preda di dubbi e perplessità creative.

14/07/2021

Tracklist

  1. Cascades  
  2. Wait For Springtime 
  3. Laughing With  
  4. Early Morning Breeze  
  5. Those Days Are Gone 
  6. Town Of Pray 

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