Lorenzo Kruger

Singolarità

2021 (Woodworm)
songwriter, pop

Mentre nel mio appartamento, una lavastoviglie è ancora inutile
I figli di mio fratello, hanno già tredici anni
Ehi zio, dai zio, quand'è che ti sposi ?
Io non cerco le mutande pulite
Io non cerco le camice stirate
Cerco te, chiunque sei
(“Singolarità")

Quattro anni ha impiegato Lorenzo Kruger per partorire il suo esordio solista. Quattro lunghissimi anni in cui l’ex-leader dei Nobraino ha scannerizzato ogni singola componente della sua fuga dal passato, ma soprattutto se stesso. Sono, infatti, ormai lontani i tempi della “ribalta” sanremese, delle ospitate dalla Dandini, dei Primo Maggio, dei premi a destra e a manca e delle chiamate al Tenco.
Kruger è “finalmente” solo. Più che altro “singolo”, volendo strizzare l’occhio al titolo del disco, “Singolarità”. Un significato a conti fatti duplice. Perché da un lato il cantautore pone al centro del suo microcosmo narrativo un nichilismo inesorabilmente pragmatico, ma al tempo stesso estatico, lenitivo, accogliente. Mentre dall’altro lato interpreta questa sua dimensione onirica con un approccio tematico totalizzante, a costituire, dunque, una sorta di singolarità gravitazionale figurata, quel punto in cui la curvatura dello spazio-tempo, nel caso specifico della propria esistenza, tende a un valore infinito. 

Tra un'ironia e l’altra, un invito a dare un peso alle parole, agli anni perduti e alle lancette che corrono nel “coraggio di certi anni”, Kruger racconta le proprie paure in dieci quadretti di puro cantautorato naif. Si potrebbe citare Bianconi per il piglio composto e la voce densa. Tuttavia Kruger non eccede mai in citazioni da caffè letterario. E non è mai autoindulgente. Ma soprattutto traccia una linea sonora concisa senza mai perdere di vista un orizzonte melodico appagante che viene a delinearsi fin dai primi momenti di “Con me lo-fi”. Un gioco di parole che inquadra il profilo basso di chi vive una relazione impossibile, in cui il sarcasmo pare quasi essere l’unica via di salvezza dai controsensi di coppia. E’ un’inclinazione che si ripete nella title track, in cui stavolta è il disincanto di un inguaribile zitello a farla da padrone.

Come un Jeffrey Lebowski che ha imparato la lezione ma che continua a rimasticarla fino a sputarla con sdegno per terra, Kruger muove i suoi passi da sornione, e mira “a non annegare in questa anarchia fatta di nulla e bla bla bla” (“Giro del sole”).
Il passo è cadenzato, le sfumature elettroniche non invadono mai le zone libere, assecondando in ogni istante le trame acustiche e pianistiche. A tal riguardo, “Libro aperto” è la ballata perfetta dell’album. L’equilibrio armonico inseguito e raggiunto.
“Il calabrone” rappresenta al contrario il momento più dissacrante del lotto. Kruger mette volutamente in fila una serie di luoghi comuni per esorcizzare la propria voglia di vivere da eremita, allontanarsi da tutto e tutti, in particolare dalla banalità di una narrazione sociale snervante, ripetitiva fino allo stremo.  

Siamo il cancro di questo pianeta
Lunedì mi metto a dieta
Frutta e verdura non han più sapore
Metti il vinile, c'ha un suono migliore

In “Singolarità” Kruger non gonfia mai il petto, tutt’altro. Si mette in gioco da solo, sentendosi “come un manichino in mezzo ai manichini” (“Copernico”) e apre in definitiva le porte della propria stanza segreta al mondo, confezionando dieci canzoni di pregevolissima fattura per un album di puro cantautorato praticamente perfetto. Con “Singolarità” siamo al cospetto di dieci sottili ricami di un artigiano che ha cura del suo tempo e sa come curare al meglio i propri manufatti. Una personalità artistica, quella di Kruger, in apparenza sfuggente, ma in realtà profonda come il mare. 

19/09/2021

Tracklist

  1. Con me Low-fi
  2. Singolarità
  3. Copernico
  4. Vita inutile
  5. Chercheur
  6. Dio T benedica
  7. Conosciuta in vacanza
  8. Il Calabrone
  9. Libro aperto
  10. Giro del sole

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