Mac McCaughan

The Sound Of Yourself

2021 (Merge)
alt-pop

Va riconosciuto agli americani Superchunk di aver preservato la propria arte, restando abilmente lontani dai cliché e dalla prevedibilità della formula sonora alt-rock. Merito di una visione allargata della fenomenologia indie-rock vissuta in prima persona, nonché attraverso il punto d’osservazione fornito dal rapporto professionale di Mac McCaughan con l’etichetta Merge.
Il ritorno in scena del cantante dei Superchunk è nato durante il forzato lockdown degli ultimi tempi, ed è un progetto che amplia ed elabora, con interessanti contributi esterni, l’ormai indomabile passione di Mac McCaughan per gli strumenti elettronici.

Non stupisce, dunque, che la traccia d’apertura, “Moss Light”, citi Brian Eno e Fennesz, intrecciando un imperscrutabile tessuto di synth, fiati e percussioni felpate che l’arpa di Mary Lattimore rende ancor più magico. Sono in verità molti i frammenti di musica elettronica e ambient sparsi dall’autore all’interno di “The Sound Of Yourself”, landscape delicati e brumosi (“36 And Rain”), a volte pulsanti e fortemente narrativi alla maniera di Sakamoto (“R Dream”), esteticamente perfino naif e grossolani (“Gen Ash”), in definitiva depistanti per chi ama l’esuberanza dei Superchunk.

Niente paura, Mac McCaughan ha dalla sua una serie di riff e di ariose canzoni alt-pop che non mancheranno di ridestare la curiosità anche dell’ascoltatore casuale e distratto. Su tutte l’abbagliante folk-beat di “Dawn Bends”, una canzone per la quale McCaughan non poteva trovare miglior complici degli Yo La Tengo (della partita è anche il batterista dei Superchunk, Jon Wurster).
La palma dell’originalità spetta però a “I Hear A Radio”, una possente pop song che trasuda dark, new wave e glam, con una versatilità che rimanda ai Cure era “Japanese Whispers”; d’altro canto le tinte post-punk sono il marchio di fabbrica anche della lussuosa e greve title track o del pulsante synth-pop di “Sleep Donor”.
“The Sound Of Yourself” è un disco che fa della schiettezza la sua arma migliore, ogni brano trasuda passione per la musica e un gusto per i dettagli, quei dettagli che spesso con la band dei Superchunk Mac McCaughan non ha potuto curare con fare certosino.

Certo, non mancano energici slanci tipici della band madre (“Circling Around”), ma è evidente che il musicista preferisce esplorare scenari alt-pop insoliti e inclini a un’intelligente manipolazione elettronica, un’attitudine che trova la definitiva consacrazione nell’ariosa e lievemente malinconica “Burn A Fax” (tra gli ospiti Torres) che scorre leggiadra su regolari ritmi di drum machine, mentre il sax di Matt Douglas tratteggia soluzioni inedite e apparentemente dissonanti che regalano una delle ballate electronic-noir più sensuali dell’anno.

Il nuovo album di Mac McCaughan è la più delizioso e altresì imperfetta delle opere da solista del cantante dei Superchunk. Un disco avventuroso e temerario, che non lascia indifferenti.

16/10/2021

Tracklist

  1. Moss Light
  2. The Sound Of Yourself 
  3. I Hear A Radio 
  4. 36 And Rain 
  5. Burn A Fax 
  6. Gen Ash 
  7. Circling Around
  8. R Dream
  9. Sleep Donor
  10. Dawn Bends
  11. Found Cricket




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