MARINA

Ancient Dreams In A Modern Land

2021 (Atlantic / Neon Gold)
elettropop, dancepop, songwriter

Marina ce l'ha fatta. È riuscita laddove i suoi due album precedenti avevano, in parte o del tutto, fallito. Trainata da un forte afflato ideologico di matrice femminista, in "Ancient Dream In A Modern Land" riesce finalmente a condensare il piglio insolente e stravagante degli esordi con le sue velleità cantautorali.
La formula è semplice e trova il proprio paradigma in una sorta di mediazione tra "The Family Jewels" e "FROOT", qua e là spuntano echi di Kate Bush, Late Of The Pier e un gusto kitsch che occhieggia al synth-pop e ai cartoni degli anni 80 e alla musica disco. Molti dei brani invitano infatti ad alzarsi in piedi a ballare, a partire dalla tiratissima title track, passando per "Purge The Poison", profezia melodrammatica che si configura come un dialogo con una Madre Natura beffarda ma caritatevole, e "I Love You But I Love Me More", sfacciato tormentone pop che farà felici anche i fan di Britney.

Non è un vero album di Marina senza l'invettiva contro gli Stati Uniti: e infatti l'ironica "New America", scritta il giorno dopo l'assassinio di George Floyd, si scaglia contro l'America bianca e razzista. La produzione, godibilissima, mescola baluginii synthwave e voluttuosità electroclash, ma il testo avrebbe invero potuto indagare la tematica con maggiore profondità. Vi è poi l'inno ecofemminista "Man's World", in cui Marina accentra alcuni dei versi più immediati del disco ("Burnt me at the stake, you thought I was a witch/ Centuries ago, now you just call me a bitch"... "Mi hai bruciato sul rogo, pensavi che fossi una strega/ secoli fa, oggi mi chiami semplicemente puttana") e l'ottima "Venus Fly Trap", che si imprime facilmente grazie al basso colloso e a un videoclip che consacra l'estetica new wave della nuova Marina, tra richiami ai film horror degli anni 80 e in generale a quella "future nostalgia" ormai legittimata anche nel mondo del pop mainstream da Dua Lipa lo scorso anno.

Ma in "Ancient Dream In A Modern Land" c'è spazio anche per le ballate contemplative, come "Flowers", che rimanda a "Buy The Stars" e dunque alla florida stagione di "Electra Heart", e la dolceamara "Goodbye", che chiude l'album tra stop and go, gorgheggi da chanteuse e flebili rimandi al pop pianistico di Fiona Apple. Entrambi i pezzi, così come "Pandora's Box", offrono spunti interessanti ma, come le ballate del precedente disco, risultano eccessivamente prodotti.
Funziona meglio "High Emotional People". Un po' per il testo, in cui, con grande assennatezza, Marina canta di depressione e turbamenti emotivi ("People say men don't cry/ It's so much easier to just lie/ 'Til somebody takes their life/ Emotions are a part of our design"... "La gente dice che gli uomini non piangono/ È molto più facile mentire/ finché qualcuno non si toglie la vita. Le emozioni sono parte del nostro design"), un po' perché qua la produzione appare più rispettosa della vocalità della cantante e si concede, verso il finale della canzone, una tessitura di debordante e sfarzosa magnificenza.

In "Ancient Dream In A Modern Land" Marina imbeve di estetica kitsch e di accattivante edonismo le tematiche d'attualità che da sempre le stanno a cuore (difesa delle minoranze e cambiamento climatico in primis), tornando finalmente a giocare un po' con le melodie, l'immagine e le metriche. Sebbene alcuni testi rimangano troppo didascalici e la scaletta dell'album manchi di equilibrio tra i brani più briosi e le ballate, possiamo dire che qui si apre una nuova e fiorente era per la cantante gallese.

18/06/2021

Tracklist

  1. Ancient Dreams In A Modern Land
  2. Venus Fly Trap
  3. Man's World
  4. Purge the Poison
  5. Highly Emotional People
  6. New America
  7. Pandora's Box
  8. I Love You but I Love Me More
  9. Flowers
  10. Goodbye




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