Quarto album per il musicista australiano Michael Beach, noto per aver supportato in vari tour il funambolico rock'n'roller Charlie Megira e la band jangle-pop Thigh Master (due componenti sono infatti coinvolti nel disco: Matthew Ford e Innez Tulloch), nonché per una passionale conoscenza della musica rock a 360 gradi con particolare dedizione al blues e ai suoi derivati (la copertina richiama infatti quella della band rock-blues, The Greatest Show On Earth).
Con tutto l'ardore e la relativa originalità che contraddistingue da sempre gli artisti provenienti dalla terra dei canguri, Beach mette a fuoco in "Dream Violence" (da alcuni spacciato erroneamente come "De Facto Blues") tutte le migliori venature e tonalità del rock più tradizionalista, con un piglio ispirato e grintoso fortemente empatico e contagioso. Tracce del Neil Young più rude e polveroso esaltano le pagine più chitarristicamente aspre del disco, con un misto di fragore e rabbia che lascia il segno ("Irregardless"), contagiando anche alcune ballate elettroacustiche apparentemente innocue e gentili, viceversa pulsanti come il suono di un basso in loop ("Metaphysical Dice").
Il citazionismo che agita "Dream Violence" è difforme, al punto da afferrare in sequenza: le oscurità dei Velvet Underground ("You Know, Life Is Cheap"), il malinconico pop-blues pianistico di Elton John e Ben Folds ("You Found Me Out") e il candore del garage-rock più sghembo ("Curtain Of Night").
Beach si destreggia tra le palesi influenze con una vitalità che ammalia e convince, al punto che Lou Reed sarebbe fiero di un brano come "Spring", ed è parimenti stimolante scorgere in "De Facto Blues" sia la genialità dei conterranei Go Betweens che l'attitudine punk degli Stooges.
L'accenno all'elettronica di "The Tower", lo spettrale e tortuoso blues della title track e la malsana psichedelia folk-blues di "Sometimes I Get That Cold Feeling" (non a caso il batterista Utrillo Kushner dei Comets On Fire è tra i musicisti) arricchiscono e completano un disco che, senza far gridare alla rivoluzione o all'originalità estrema, rinnova le migliori credenziali del rock-blues, restituendole quel ruolo di musica ribelle e anti-establishment di cui abbiamo tanto bisogno in quest'era di colonialismo mediatico.
07/04/2021