In ManhattanI versi finali di "In Manhattan", l'opening track del secondo disco dei Nation of Language, dipingono una scena in movimento che, dopo la staticità delle strofe precedenti, segna l'allontanarsi dagli imponenti e lussureggianti edifici di Manhattan verso una tanto bramata casa. È l'inizio di un viaggio e di una ricerca che si dirama per tutto "A Way Forward" e che testimonia sia la maggiore consapevolezza delle proprie capacità, sia una più ambiziosa visione musicale da parte del trio di Brooklyn. Con "A Way Forward" infatti Ian Devaney, Aidan Noell e Michael Sui-Poi riconfermano e ampliano lo spettro sonoro della loro musica: i punti di riferimento non sono più solo i gruppi storici della new wave dei primissimi anni Ottanta, ma anche l'elettronica dei Kraftwerk di "The Man Machine" e certe ripetitive pulsioni motorik.
You cannot have it all
I'm staring into the room
I wish I'd known what I know
I walk the halls and sing
Carry me home, my love
Do you think that I could simulateCome uscire allora dalla prigione della psiche e dai vincoli di una socialità percepita come opprimente? Come non abbandonare la speranza che un giorno, anche lontano, si possa rientrare in quella accogliente casa rievocata sul finire di "In Manhattan"? La risposta, Ian sembra trovarla insita nella sua stessa musica, nei battiti elettronici e notturni che attorniano e ammantano le sue riflessioni e in una dimensione sonora densa, talvolta drammatizzata, ma che resta sempre ballabile. È in questo movimento a cui si è spronati che si può trovare un modo per alleggerirsi da quel peso che, come proclama l'inno sintetico anticonsumista e anticapitalista "Grey Commute", "we can't carry". E allora sì che la danza si fa catartica e purifica, anche se solamente per un breve istante, la mente dalle ossessioni che la incavano e la soffocano.
My life, but done a better way
In this fractured mind
I get to feeling turned around
And turned around again
A careful wordE speriamo che essa li raggiunga presto, perché ora che il cuore della notte robotica del synth-pop moderno si è rivelato in tutta la sua umana fragilità, noi del suo palpitare non possiamo più farne a meno.
Something to guide my soul
A way forward
01/11/2021