Massimiliano Figlia, il classe 1991 conosciuto come Nerone, è uno dei più hardcore tra i rapper della sua generazione. Solo collateralmente si inserisce nel più generico movimento trap, partendo da una solida base di flow veloce, incastri millimetrici, delivery ruggente, content nudo e crudo. Trova la quadratura con l'esordio ufficiale "Max" (2017), prodotto con il sound della trap ma ancora chiaramente hardcore nell'anima, segnato da una tecnica che sa essere anche elegante e uno stile più eclettico dei primissimi tempi.
Da allora pubblica altri due album e numerosi lavori brevi, senza mai evolvere significativamente da quanto visto nel primo, vero, album. Ci riprova adesso con questo "Maxtape", imponente nei suoi diciotto brani totali e affollato di collaborazioni: dal celebre J-Ax ai meno famosi Gianni Bismark e Axos.
Rimane sostanzialmente lo stesso hardcore-rapper di un tempo, con rime crude e ben lontane dagli slogan adolescenziali di tanti colleghi trap-pop. Cita chiaramente Lil' Jon in "Ben fatto", dimostrando di attingere da un sound ancora lontano da essere riassorbito dalle classifiche Spotify italiane, e anche quando si lancia in un momento più ballabile come "Madunina" (feat. Emis Killa, Jake La Furia) o la più semplice "Hasta La Vista" (feat. Boro Boro) mantiene alto il tasso di aggressività.
L'ossessiva "Bataclan" (feat. Fabri Fibra) è a un passo dall'horror-core, mentre "Un sec" sfrutta due virtuosi come Nitro e Gemitaiz per ribadire che, quando si tratta di infilare rime con precisione e fantasia, c'è anche Nerone nell'Olimpo italiano.
Certo, nell'ampia scaletta recupera anche i momenti più emo-rap del suo passato, per esempio in "Savage" (feat. Highsnob) o nell'inaspettata collaborazione con Tormento di "Nei casini ci vado io", e non manca ci ammiccare alla trap con "Muñeca" (feat. Maruego, Mido). In questo territorio di compromesso, rispetto all'hardcore duro e puro, troviamo anche la commovente "Radici" (feat. Clementino), con una sfumatura reggae, che è l'unico brano con tutti i crismi del potenziale singolo di successo.
Forse a Nerone l'album da ricordare non riuscirà mai, e il suo massimo l'ha già dato nel pur apprezzabile esordio. Liberate le mani dai lacci e lacciuoli di un'opera coerente e organica, ritrova l'energia dei suoi famosi e spettacolari freestyle (uno inserito in chiusura), ma anche del suo imponente mixtape "N" (2016), in una collezione di brani eterogenea, che porta alta la bandiera dell'estetica hardcore-hip-hop senza per questo suonare necessariamente obsoleta.
I tanti e diversi ospiti che intervengono dimostrano come si possa suonare contemporanei senza essere necessariamente schiavi dell'ultimo trend, e non è mica una cosa da poco.
16/04/2021