RAP

Junction

2021 (Jolly Discs)
dub techno, trip-hop, experimental

L'esordio è datato 2015, "Let's Get Serious", poi una cassettina diffusa nel 2017, "Originals", da tempo andata esaurita, e il successivo "Export", che nel 2019 ha iniziato ad attivare un minuscolo hype sul progetto RAP, che in realtà con l'hip-hop ha ben poco da condividere. L'estetica e la strategia promozionale non sono troppo dissimili da quanto finora fatto dai Sault: copertine nere con pochi riferimenti a titoli e ragioni sociali, tendenza da parte dei protagonisti a mantenersi saldamente dietro le quinte, se non addirittura a optare per un semi-anonimato. Anche se in questo caso, pur non rintracciandosi troppe informazioni sul web, almeno i nomi degli artisti coinvolti sono noti. Si tratta di Guy Gormley e Thomas Bush, ma non investite tempo per cercarli su Spotify: se volete ascoltare la loro musica dovrete rivolgervi alla pagina Bandcamp della Jolly Discs, la loro label.

Dal punto di vista stilistico, se i Sault (tanto per proseguire nel parallelo) cercano di riscrivere l'r&b ai tempi del Black Lives Matter, ponendo gran parte della propria attenzione su questioni legate alla Black Consciousness e al disagio nelle periferie, il progetto RAP tende a rovistare nei meandri della techno (bel colpo l'iniziale "Terminal"), nei movimenti dilatati del dub ("Cinel Moen"), del trip-hop ("Bright Blue" in particolare si avvicina al primo Tricky), dell'elettronica più laterale, per produrre un'esperienza in linea con i complicati tempi che stiamo vivendo. Una sinfonia per discoteche serrate per decreto, una rapsodia post-pandemia, l'oscuro sound dell'emergenza, sanitaria, politica, economica e sociale. Un suono narcotico e narcotizzante, assemblato come un mixtape dolente e ossessivo, che trascende i generi e lascia che si confondano fra loro con naturalezza.

Non è la colonna sonora dell'apocalisse, piuttosto è lo sguardo su quel che resta sul terreno il giorno seguente. Poche esplosioni di vitalità, ma un lavoro che si agita sottotraccia. Fra l'ancestrale rito rigeneratore di "Iris", il passo liturgico di "Coran", la circolarità di "Loose Connection" e il crescendo rumoristico di "Transit", "Junction" si manifesta intrigante a ogni passaggio e intimamente connesso con la contemporaneità. Purtroppo per pochi, vista la diffusione carbonara che volutamente lo accompagna: uscito ormai da un anno, è passato pressoché inosservato nonostante l'intrinseca bellezza che possiede. Ma evidentemente ai titolari dell'esperimento sta bene così: si muovono nell'ombra con i loro ritmi notturni, pronti a spegnere il sound system qualora la platea dovesse improvvisamente divenire troppo folta.

10/02/2022

Tracklist

  1. Terminal
  2. Cinel Moen
  3. Iris
  4. Bright Blue
  5. Coran
  6. Loose Connection
  7. Transit
  8. Naked Flame
  9. Hanjin-Manty

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