Shari DeLorian

Seven Swords

2021 (Realia)
electronic, darkwave, post-punk

In uno scenario musicale sempre più bulimico e improntato al consumo rapido delle nuove uscite, si segnala come una rara eccezione la lentezza produttiva di Shari DeLorian. Oltre sei anni separano la sua seconda opera, appena pubblicata da Realia, dal lavoro di debutto “A War Story”, un lungo iato al cui interno trova posto il primo - e finora unico - tassello del progetto The Verge Of Ruin in duo con Stefano De Ponti. Le stesse premesse di “Seven Swords” hanno radici lontane, risalendo al periodo trascorso nel 2017 nel Canton Giura, in occasione di una residenza artistica offerta da Les FAC, e poi successivamente sviluppate durante un’ulteriore permanenza in un rifugio nelle Alpi svizzere.

Da questa lunga gestazione prende le mosse un viaggio introspettivo in cui convergono sonorità dalle radici differenti, fuse in un insieme che mira a definire un linguaggio profondamente viscerale. L’elettronica dalle venature dark scandita da profondi beat dell’esordio, così come l’elettroacustica tattile alla base dell’itinerario di The Verge Of Ruin, sono entrambe presenti nelle otto tracce proposte, ma vengono qui ricombinate in un magma ruvido, sofferto. L’obiettivo è quello di tradurre in suono il percorso accidentato che conduce alla graduale scoperta di se stessi, immaginario doloroso che trova eco visiva nell’iconografia dell’Addolorata trafitta dalle sette spade a cui il titolo fa apertamente riferimento.
Elemento inedito è invece l’utilizzo della voce filtrata e priva di effetti patinati. Attraverso di essa, fin dalle prime battute sussurrate su rintocchi profondi di basso di “Double Sea” (“Looking outside from a window/ When it’s too dark/ Just watching yourself like in a mirror/ Playing the beliefs with an ark”), si dischiude un territorio sensoriale materico che ingloba frequenze sintetiche, trame acustiche e risonanze ambientali.

Rimanendo aderente al concept, ogni traccia si sviluppa secondo una traiettoria propria, slegata da strette logiche di genere, configurando un torrente sonico in cui i versi di Arsenij Tarkovskij si disgregano su ascensioni noise (“Like Grey Oxen”) e pulsazioni techno segnano l’incedere di forme canzoni più evidenti, i cui synth distorti rimandano alla solitudine cosmica dei Former Ghosts (“Fragile”, “Even Under Water”).
L’esigenza comunicativa da cui tutto muove è il vero collante di questo vortice in cui ogni componente trova il suo giusto spazio, plasmando un paesaggio interiore oscuro, a tratti disturbante, che trova ulteriore espansione in una fanzine fotografica realizzata in collaborazione con Alice Bachman, pubblicata a corredo del formato digitale. Un disco sfaccettato, frutto di un processo creativo ponderato, che evidenzia il coraggio di DeLorian di sapersi mettere in gioco, invitandoci a essere parte del suo inquieto universo emotivo.

10/07/2021

Tracklist

  1. Double Sea
  2. Like Grey Oxen
  3. Interlude 1
  4. Even Under Water
  5. Fragile
  6. Interlude 2
  7. Don't Let Me Go
  8. Seven Swords






Shari DeLorian sul web