Tausend Augen

Westend

2021 (This Charming Man Records)
post-punk, kraut-rock, psichedelia

Una relazione simbiotica tra vecchio e nuovo, un segnale retrò inviato nel futuro: ecco come vibra "Westend", l’album d’esordio dei Tausend Augen, dove l’estetica del suono è il risultato dell’incontro tra strumentazioni vintage e attuali tecniche di registrazione. 
Le radici della band tedesca, formata da Alexander Schimetzky (batteria), Max Ludwig (basso, voce) e Oliver Becker (sintetizzatori, chitarra, voce), affondano in una sperimentazione senza barriere, combinata su variegate influenze che associano post-punk, elettronica, psichedelia, pulsazioni motorik e noise a testi narrati in lingua madre, spesso incentrati su severe critiche, talvolta ironiche, rivolte alla società odierna.
 
Seguendo i percorsi tracciati dagli illustri maestri affiorati dalle terre teutoniche, come Can, Neu! e Kraftwerk, la formazione di Saarbrücken ne elabora l’interpretazione con l’inserimento di suoni moderni, incrociando le espressioni proprie dei 70 con quelle degli 80 e dove le sonorità tipiche dei pionieri della Neue Deutsche Welle (Abwärts, Grauzone, Deutsch-Amerikanische Freundschaft) si uniscono sia a stoiche ritmiche kraut-rock che a raffinate efferatezze soniche (vedi Osees).
 
I brani contenuti nell’album sfilano dal motorik screziato di sibilanti stoccate elettriche della title track, alla triade di synth che divora "Silberne Maschinen", al disteso ritmo à-la Talking Heads trafitto da chitarre e rumori gorgoglianti di “Mana Mana”, dalle distorte variazioni cerebrali di "Sonne", sostenute da una batteria martellante.
Nell’elegante frenesia di "White Noise" è il post-punk a prendere il sopravvento, con chitarre che saltano negli spazi vuoti; affascinano le note di organo poste a contrasto delle chitarre roventi di “Im Licht”, mentre "Geisterstadt" dissolve ogni tipo di frustrazione grazie a un progressivo rallentamento di cadenza, coadiuvato da bizzarre fiammate sintetiche, un cantato ansimante e oscure linee di basso.
 
I Tausend Augen stratificano le loro composizioni in modo intelligente e non stereotipato. Come in una torre Jenga, estraggono un blocco e lo rimettono in un'altra posizione, lo capovolgono o lo appoggiano su un lato, espandendo verso nuovi modelli lo spettro sonoro di ciò che appariva come idea embrionale. 
Sette brani di post-punk elettronico crudi e concisi, psichedelici quanto basta, a dimostrazione di come risulti affascinante destreggiarsi tra leggendarie generazioni musicali per arricchirle di ispirazioni contemporanee.

14/03/2021

Tracklist

  1. Westend
  2. Silberne Maschinen
  3. Mana Mana
  4. White Noise
  5. Geisterstadt
  6. Im Licht
  7. Sonne


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