Dopo il discreto antipasto dello scorso anno (un Ep dal titolo “Under His Sway”), per gli Yoth Iria è arrivato il momento di fare sul serio, con un debut-album capace di inserirsi perfettamente sulla scia della storica scuola black metal ellenica tanto celebrata durante i 90's. Nulla di così sorprendente, considerando che questo duo è formato da un paio di vecchie conoscenze della scena: parliamo di The Magus (Necromantia, Thou Art Lord e un passato importante nei Rotting Christ) e di Jim Mutilator (ex-colonna dei primi Varathron e co-fondatore dei Rotting Christ, con i quali ha militato fino al 1996).
Per questi due elementi il tempo sembra essersi fermato al periodo d’oro del black metal greco, non a caso “As The Flame Withers” è un disco che per forza di cose volge lo sguardo all’indietro, tra imprescindibili aperture melodiche e un’attitudine sempre legata a doppio filo a quelle tematiche pagano-occulte ben radicate nella tradizione del mediterraneo orientale. L’unica novità, se così possiamo chiamarla, è rappresentata dalla produzione, sicuramente più limpida, più potente e al passo con i tempi.
Questi otto brani fanno sicuramente il loro dovere, soprattutto nell’ottima parte centrale, quando l’album decolla grazie al roccioso midtempo “Hermetic Code” (molto particolare il break atmosferico che irrompe a metà strada) e alla successiva “The Mantis”, un crescendo evocativo che si scalda fino a raggiungere le vette più alte del Monte Olimpo.
Il marchio ellenico è onnipresente, perché gli Yoth Iria suonano dannatamente heavy per quasi cinquanta minuti: a tal proposito, è impossibile non menzionare il brano che accompagna il videoclip di lancio della band, “The Red Crown Turns Black”, un passaggio che oscilla tra la furia black dell’incipit e un avvolgente refrain che cita senza troppi indugi i vecchi Iron Maiden.
Tra le restanti composizioni, spiccano le note sulfuree di “Tyrants” e le ultime scintille della conclusiva “The Luciferian”, dove gli Yoth Iria sembrano volersi abbandonare a una certa sperimentazione capace di rallentare ulteriormente il passo, una gradita variazione sul tema all’interno di un album comunque altamente roccioso e monolitico.
“As The Flame Withers” è un lavoro forse derivativo, al quale però non possiamo rimproverare quasi nulla, anche perché Jim Mutilator e The Magus questo mestiere lo conoscono da una vita. Il lato oscuro di Atene non delude mai.
28/01/2021