Air Waves

Per Nicole Schneit e gli Air Waves è giunto il momento della verità. Dopo una serie di stimolanti raccolte indie-pop dai contorni non del tutto definiti, “The Dance”- titolo ispirato da un live club di New York che ha chiuso da poco i battenti - offre l’opportunità alla formazione alt-pop di mettere tutti i tasselli al posto giusto.
L'album della band americana suggella un nuovo contratto discografico con Fire Records e apre le porte a collaborazioni esterne: Cass Mccombs, Skyler Skjelset (Fleet Foxes, Beach House), Luke Temple, Brian Betancourt (Hospitality, Sam Evian), Rina Mushonga, Frankie Cosmos. Inoltre gode del sostegno di Dan Deacon, autentico pigmalione della svolta concettuale che vede il gruppo prediligere atmosfere più lussuose e raffinate che esaltano le grazie minimal-pop.

“The Dance” è l’album più variegato, o meno monocorde se preferite, degli Air Waves. Merito di una scrittura più matura, ma anche della condivisione delle parti vocali con alcuni degli ospiti sopracitati.
Luke Temple e Rina Mushonga hanno in verità un compito facile, essendo coinvolti nella canzone più coinvolgente del lotto, “The Roof”, un pop che ibrida le armonie dei Fleetwood Mac con le suggestioni degli ultimi album dei Martha & The Muffins. Più arduo l'incarico affidato a Cass McCombs, alle prese con il soporifero languore di “Alien”, mentre Frankie Cosmos e Merce Lemon stemperano intelligentemente le oscure trame di “Black Metal Demon” avvolgendone le poche note in un caldo abbraccio noir.

Deliziose intuizioni dai tratti più marcatamente pop - il melanconico disco-pop di “Wait”, il delicato valzer della title track e l’etereo stomp-rock di “The Light” – confermano l’abilità degli Air Waves nel trasformare gracili canzoni in sfaccettate e lucenti melodie, da ascoltare senza troppo impegno ma anche certi di non essere neanche per un attimo preda della noia.