Andrei Rikichi

Caged Birds Think Flying Is A Sickness

2022 (Bearsuit)
elettronica, glitch, samples, loop

Gli uccelli in gabbia pensano che volare sia una malattia: "Caged Birds Think Flying Is A Sickness". Con un titolo ricco di interrogativi e di domande sulle reali prospettive con le quali ci predisponiamo a osservare la vita, l'opera prima di Andrei Rikichi si candida come una delle proposte più stranianti degli ultimi tempi. Nulla di nuovo, in verità, per la sempre originale Bearsuit Records, etichetta che i nostri lettori hanno già conosciuto grazie alle opere di Harold Nono, Eamon The Destroyer e Bunny & The Invalid Singers.
Già membro della Unaccountable Red Mist Orchestra, Andrei Rikichi è un musicista dal ricco meltin' pot culturale, figlio di padre giapponese e mamma rumena, cresciuto in Svizzera e in Belgio e ora di stanza a Londra. "Caged Birds Think Flying Is A Sickness" è un disco che fa tesoro della logica punk, composto da 14 brani al di sotto dei tre minuti che si nutrono di glitch e loop come se fosse materiale musicale organico e analogico, destreggiandosi con magniloquenze orchestrali degne di un opera wagneriana o di una colonna sonora noir, e disegnando strategie familiari ai cultori della no-wave e della musica dark, con un equilibrio creativo a metà strada tra un futuro distopico e un immaginario da cartoon anni 70.

L'esordio solista di Andrei Rikichi è il disco che ti aspetteresti dall'AI, pur sapendo che mai l'intelligenza artificiale potrà dar vita a una così affascinante celebrazione dell'elettronica, del noise, dell'horror scientifico-futurista. Quattordici bozzetti che sintetizzano in meno di trenta minuti tutto quello che è ancora possibile chiamare musica dell'intelletto, della mente: aree wagneriane con tanto di voce lirica campionata e frammenti noise e glitch ("Theme From The Butcher's Parade", "This Is Where It Started", "This Is Where It Ends"), ritmi tribali filtrati da rumori industrial e bip elettronici ("At Home I Hammer Ceramic Golfing Dogs") o scanditi meccanicamente fino a confonderne la percezione ("Bag, Lyrics, New Prescription").
"Caged Birds Think Flying Is A Sickness" è un progetto culturalmente radicato nello sperimentalismo della beat generation, non solo musicale ma anche letterario e cinematografico. Una perfetta colonna sonora per un film di David Cronenberg ("Player Name: The Syracuse Apostle", "They Hide In The Dark Forest") o sottofondo ideale per una lettura di un libro di Jack Kerouac o William S. Burroughs ("Death Of A Postmaster", "What Happened To Whitey Wallace?").

Ascolto non facile e non convenzionale, l'album di Andrei Rikichi non risente di inutili o superflue speculazioni sperimentali. Una decisa anima situazionista evita ridondanze sia nelle fasi più brevi (i dieci secondi di "This"), sia in quelle leggermente più lunghe (i tre minuti della title track).
Nel volerne descrivere le varie fasi emotive e cerebrali, potremmo elencare una serie di aggettivi tanto aulici quanto ingombranti e fuorvianti - post-moderno, surreale, distopico, industrial-noise, acid, oscuro, onirico – in verità questo è un disco reale, umano, tangibile, un resoconto sonoro dell'inquietudine dei nostri tempi, dove anche le domande più semplici mettono in dubbio verità e certezze: "Gli uccelli in gabbia pensano che volare sia una malattia".

14/05/2023

Tracklist

  1. Theme From The Butcher's Parade
  2. They Don't See The Maelstrom
  3. At Home I Hammer Ceramic Golfing Dogs
  4. What Happened To Whitey Wallace?
  5. Bag, Lyrics, New Prescription
  6. This
  7. Player Name: The Syracuse Apostle
  8. This Is Where It Started
  9. They Hide In The Dark Forest
  10. Who's Driving This Handcart?
  11. The Butcher Band (I'm In)
  12. Caged Birds Think Flying Is A Sickness
  13. Death Of A Postmaster
  14. This Is Where It Ends