Terza prova discografica per il gruppo francese Ashinoa, “L’orée” segna un cambio di passo per la formazione kraut-psych, grazie a una corroborante iniezione di dub, trip-hop ed elettronica che smuove le algide e minimali composizioni degli esordi. Chris Poincelot (chitarra), Matteo Fabbri (basso, sintetizzatore) e Jérémy Labarre (synth) sono gli abili condottieri del quintetto di Lione (Paul Renard e Lucien Chatin completano la formazione), ora di casa presso la sempre più vivace etichetta Fuzz Club, autori di dodici bozzetti psych-rock che si incastrano in una struttura sonora distonica, agitata da tumulti ritmici e fughe cosmiche la cui consistenza appare solida eppur impalpabile.
Il concetto base di “L’orée” è l’assemblaggio di un’immaginaria orchestra il cui ruolo primario è affidato a sintetizzatori e percussioni. Alle incursioni di flauto, chitarra e altri esotismi spetta invece il compito di sviluppare le attitudini più contemplative di un disco dal forte impatto visivo (“Selvatica”), frutto della situazione logistica nella quale è stato concepito (un appartato casolare nella foresta) e che peraltro dà origine al titolo del progetto (L’orée è il termine francese con il quale si identificano i margini della foresta).
Gli Ashinoa trasformano luoghi fisici in paesaggi immaginari, modellando una simil-sinfonia dove nessun elemento sembra essere in connessione con gli altri. A vacillare sono soprattutto le architetture elettroniche, attraverso le quali filtrano graffianti intuizioni ritmiche e placidi interludi strumentali (“Vermillion”) che anticipano le atmosfere chill-out di “Koalibi”, ingenua creatura mutaforma che pian piano si evolve in una moderna danza tribal/psichedelica/etno/dance.
Il quintetto di Lione tiene salde le redini di un progetto ricco di influenze e stili: trip-hop (l’eccellente “Feu De Joie”), blues e jazz (“Bade BaidebZs”) fanno da corredo per un viaggio sonoro analogico/digitale ricco di imprevisti e sorprese.
Mentre “Sinie Sinie” ricalcava con intelligenza panorami kraut-rock già noti, nel nuovo album gli Ashinoa osano con maggior spavalderia, offrendo un set di groove audaci e letali che nell’intercettare noise-rock e trip-hop (“Fuel Of Sweet”) colgono la perfetta colonna sonora per bucolici ambienti neo-psichedelici (“Unknown To Myself”), o generano inaspettati slanci fisici alla Cavern Of Anti-Matter in bilico tra acid-trip e dance-music (“Disguised In Orbit”).
Space-music e trance psichedelica alla fine dominano l’album (“Yzmenet”), flussi che creano la giusta tensione e la giusta alchimia tribal-kraut che serve a garantire a “L’orée” quel pizzico di magia necessaria per emergere e colpire l’immaginazione.
05/09/2022