Siamo giunti all'autentica prova del nove per il gruppo belga Baby Fire, gruppo post-punk tutto al femminile composto da Dominique Van Cappellen-Waldock (chitarra, voce), Lucile Beauvais (chitara, tastiere) e Cécile Gonay (basso, violino).
Il quinto appuntamento discografico della band è caratterizzato da uno stuolo di collaboratori d’eccezione: tra gli altri Mike Moya (
Godspeed You! Black Emperor),
Laetitia Shériff, Eve Libertine (
Crass) e GW Sok (ex
The Ex), musicisti funzionali alle vibranti e avvolgenti creazioni del trio.
Epica e misticismo sono l’
humus nel quale Dominique Van Cappellen-Waldock trova ispirazione per un set di canzoni lente e maestose (“This Is A Love Song”). Ad aprire le danze è un nugolo di
riff graffianti in bilico tra
heavy metal e
post-rock (“A Spell”), prontamente sferzati da fluidi punk-rock alla
PJ Harvey (“Fleur”), anticipatori delle malsane ed eleganti intelaiature tessute di post-punk, goth-rock,
new wave, noise, slowcore, post-rock e heavy metal. Elementi che trovano l’apoteosi nell’intensa e poeticamente sfuggente “Love”.
Spetta a Mike Moya il compito di sottolineare il passo greve della
title track, sfilacciandone le trame blues e stemperandone i contorni con violino e theremin, mentre Laetitia Sheriff dona ulteriore misticismo all’eterea “Eternal”.
L’ombra degli
Swans aleggia spesso tra le trame di “Grace”, piccoli dettagli ne esaltano altresì l’afflato e la potenza emotiva, che siano le ossessive trame ritmiche di “Dance!”, le messianiche stratificazioni di tastiere e synth di “Prayer” o le sataniche movenze dell’ebbra e corrosiva “Like William Blake”, la tensione resta alta, corrosiva e avvolgente.
28/06/2022